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di Gianni Sartori

Il 18 maggio 1973 Ibrahim Kaypakkaya, 24 anni, veniva “giustiziato” con un colpo alla nuca nella prigione di Diyarbakir. Dopo quattro mesi di torture per estorcergli informazioni. Invano.
Per quanto giovane (al momento della morte aveva solo 24 anni) era già uno dei principali esponenti del movimento comunista in Turchia e tra
i fondatori del Partito comunista turco marxista-leninista (TPK/ML).
Con il sollevamento militare del 1971 la repressine contro la sinistra si era inasprita e Kaypakkaya, come tanti altri militanti di sinistra , veniva arrestato.
Già considerato uno dei maggiori teorici marxisti della Turchia, nei suoi scritti aveva criticato sia il kemalismo che le fondamenta teoriche dello stato turco. Aveva scritto infatti che “ il kemalismo ha instaurato un regime borghese al servizio dell’imperialismo ”.
In particolare si era poi confrontato con la questione curda e
fu sicuramente il primo tra i marxisti rivoluzionari turchi ad dichiararsi apertamente a favore dell’indipendenza curda.
Per questo oggi i curdi lo ricordano e onorano.
Gianni Sartori

Sorgente: Nuovaresistenza antifa’

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