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di Fausto Anderlini – 27 maggio 2019Sebbene è vero che la Lega penetra con forza anche nelle città. e ovunque.anche al Sud, è altresì confermato che il dominio della destra ha le sue basi assolute nei territori. Laddove un tempo c’erano le subculture dei partiti democratici di massa. Il modello leghista del nord-est che aveva sostituito la sub-cultura bianca è dilagato nell’impero paese depurandosi delle connotazioni regionali e trasmutandosi nella forma nazional-protezionistica. Ora sono divelti e ricolonizzati nel nuovo credo anche gli ultimi residui della sub-cultura territoriale rossa che si era forgiata in epoca agraria per poi divenire egemone con la trasformazione urbano-industriale. Il cemento della destra ha come sostanza l’unificazione ideologica (e psicologica) dei mondi della cultura materiale: lavoro, piccola impresa e intermediazione locale. Le basi sociali che furono del centro-sinistra – operai sindacalizzati, pensionati ex-operai, ceti medi riflessivi urbani. strati istruiti – persistono come residuo dotato di peso nelle grandi città e nelle periferie suburbane immediate (ma solo in Emilia e Toscana). Sdoppiate fra il centro-nord-ovest (a egemonia Pd) e il Sud nella variante populista (aegemonia 5S). Sommando Pd e 5S, infatti, qualcosa della vecchia geografia del centro-sinistra ancora si intravede, sebbene ridotto ai torsoli delle grandi città e ai loro dintorni. L’errore della sinistra è stato di inseguire i ‘ceti nuovi’ in un’epoca nella quale la stagnazione economica cristallizzava la compagine sociale in ceti vecchi nevroticamente bisognosi di protezione. Bisogni ai quali, fra l’altro, anche la sinistra radicale è intrinsecamente aliena.Il panorama è questo: siamo asseragliati nelle città è in limitate retrovie. Circondati da territori divenuti ostili. Nelle nuove posizioni geo-politiche per reggere una guerra che sarà lunga e drammatica ci vorrebbe un comando unificato e con una visione strategica. La prima condizione è mettere fine al tribalismo urbano della sinistra, cioè unificare le truppe intra moenia. E poi, per gradi, rafforzare gli avamposti suburbani cercando poi di penetrare nelle terre inselvatichite degli avi dove ora ci sono solo basi clandestine. Tornando in certo modo indietro- Rivolgendo le città ai territori anzichè alla rete globale (peraltro ormai sfilacciata).

Sorgente: #elezionieuropee – Nel deserto dei tartari – nuovAtlantide.org


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