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Trecento “camerati” in fez e camicia nera per l’anniversario della morte del dittatore. Il sindaco Pd: “Questi qui li combatti con la cultura e la scuola”

franco giubilei
predappio (forlì – cesena)

Circa trecento «camerati» sfilano in silenzio e in fila per quattro dietro i labari neri degli Arditi d’Italia, destinazione cimitero, per la visita rituale alla tomba di famiglia del Duce. Al termine di una settimana che ha visto gli ultras della Lazio stendere lo striscione in onore di Mussolini a Milano, oltre alle polemiche sul 25 aprile ridotto a derby fra fascisti e comunisti, i nostalgici formano un cerchio di bandiere tricolori nel piazzale del camposanto di Predappio: dopo una preghiera recitata al megafono, risuona per tre volte «camerata Benito Mussolini, presente!», seguito da un breve coro «Du-ce, Du-ce» e dal saluto romano. In paese ormai ci sono abituati: per gli anniversari della marcia su Roma, nascita e morte dell’ex dittatore, tutti gli anni calano qui i suoi fan nerovestiti, fra distintivi col fascio littorio ed estremisti del look in fez e camicia nera. Questo weekend, per commemorarne l’uccisione, è stata anche riaperta in via eccezionale la cripta di famiglia, chiusa un anno e mezzo fa per restauri e resa di nuovo accessibile dagli eredi solo il 28 ottobre scorso, quando fra gli altri sfilò la donna con la maglietta “Auschwitzland”.

Ieri invece, cori e mani tese a parte, tutto abbastanza tranquillo: «Un anno fa per la morte di Mussolini erano venuti in 600, stavolta circa la metà, e questo è un buon segno – sospira il sindaco Pd Giorgio Frassineti, il cui secondo e ultimo mandato scadrà con le elezioni di maggio -. E’ la trentesima manifestazione cui assisto e sinceramente non ne posso più, non è quel che si merita Predappio. Questa è gente che non porta niente, vengono qui a festeggiare il loro regime senza pensare che sotto il fascismo manifestare era proibito. La polizia avrà filmato il saluto romano e sarà la magistratura a valutare, ma queste cose le combatti con la cultura, la scuola e i centri studi come quello con annesso museo sul fascismo che vogliamo aprire a Predappio. Abbiamo già raccolto 3,5 milioni, ne mancano ancora 1,5».

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In attesa che il progetto si concretizzi, nella piazza della monumentale ex Casa del fascio dove Frassineti vorrebbe allestire il museo si riuniscono i manifestanti. Il servizio d’ordine con fascia tricolore al braccio li dispone in file ordinate dietro una grande bandiera italiana e il corteo, alle 10.30, può partire. A guidarlo c’è Mirco Santarelli, presidente dell’associazione nazionale Arditi d’Italia, un ex dirigente di Forza Nuova che parla fra il serio e il faceto: «Sono ancora iscritto a Fn, ma un partito che fa la guerra agli sbirri non lo riconosco. Non so se andrò a votare alle prossime elezioni europee, forse andrò a pescare, ma la verità è che nelle urne Dio ti vede, Stalin no… Oggi (ieri, ndr) organizzo questo corteo e il servizio d’ordine alla cripta».

Sul lato della strada che porta al cimitero, una donna con due gemelli di pochi mesi in carrozzina fa appena in tempo a coprire i bavaglini col ricamo «Me ne frego!». Si chiama Raffaella Lamitella, è arrivata da Roma con un’amica: «Veniamo tutti gli anni, siamo le accompagnatrici dei nostri mariti e questa è una passeggiata per tutte le età – dice sorridendo, con allusione ai bavaglini -. E’ importante esserci oggi perché questa è storia, anche se non vogliono ammetterlo. Per chi voterò? Io sono orientata verso Salvini». Dopo gli arditi, il secondo spezzone del corteo è aperto dallo striscione dell’Ultima Legione, i militanti portano felpe col motto latino “Legio omnia vincit”. Susanna Cortinovis da Bergamo, basco nero e distintivi col fascio in bella mostra, impugna una bandiera tricolore e si rammarica delle divisioni nel suo fronte: «In realtà c’è poca collaborazione fra i gruppi, come dimostra la vicenda della maglietta Auschwitzland, quando invece questi momenti devono servire a far vedere che siamo uniti, senza coltivare ognuno il suo orticello». Quanto al prossimo voto, ci sono pochi dubbi: «Adesso seguiamo Salvini. Fratelli d’Italia? Doveva esserci di più quando serviva». Dentro al cimitero, la gente si incolonna disciplinatamente per entrare nella cripta, poi torna a incamminarsi verso il paese. Ad aspettarla ci sono i tre negozi di merchandising fascistoide, ma non solo loro: «Da quando hanno chiuso la tomba, i turisti sono calati della metà, chi trova la cripta chiusa durante l’anno ci rimane male – spiega Gabriella Cambi, titolare di un bar gelateria -. Ieri è venuta Alessandra (Mussolini, ndr), vediamo se riaprirà davvero».

Sorgente: Tra i nostalgici di Mussolini a Predappio “Questa è storia, adesso votiamo Salvini” – La Stampa


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