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Dopo l’elezione di Nicola Zingaretti, sembra già cambiare il clima tra le forze politiche in Parlamento. Luigi Di Maio chiede al neosegretario Pd di votare l’introduzione del salario minimo e votarlo insieme. Serracchiani gli ricorda che c’è già una proposta dei democratici

Il Movimento 5 stelle cerca un primo dialogo sui temi del lavoro con il neosegretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti. L’invito sarebbe arrivato, scrive Repubblica, direttamente dal capo politico dei pentastellati Luigi Di Maio: “Zingaretti? Il mio bocca al lupo. Il M5S fra pochi giorni porta in Parlamento una misura che introduce ed estende il salario minimo a tutte le categorie di lavoratori. Una battaglia di tutti e sul tema mi auguro di vedere un’ampia convergenza parlamentare, a partire proprio da Zingaretti”. Ma più voci dal M5s in mattinata si sono levate in questo senso. “Se parliamo di rispetto e dignità allora dobbiamo anche parlare di ‘salario minimo’. E’ assurdo che in un Paese come l’Italia fino ad oggi nessuno abbia pensato ad introdurre una legge che fissi un limite minimo agli stipendi che devono essere dignitosi per tutti. Per questo motivo abbiamo già depositato al Senato una proposta di legge sul salario minimo. Si tratta di una battaglia di civiltà e auspichiamo il massimo sostegno parlamentare. Penso che anche il neo segretario del Pd Nicola Zingaretti, a differenza dei suoi predecessori, sarà d’accordo con noi”, ha detto Francesco Silvestri, deputato del Movimento 5 Stelle alla Camera.Una prima risposta del Pd, anche se non per voce di Zingaretti, è arrivata poco dopo: “Vorremmo segnalare al vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che sul salario minimo orario esiste una proposta di legge del Partito democratico, già depositata fin dallo scorso luglio, molto precisa e dettagliata”. A ricordarlo è il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Debora Serracchiani.”Si tratta – prosegue – di una misura che verrebbe incontro ai circa due milioni di lavoratori che in Italia non hanno un contratto collettivo di riferimento e agli oltre 2,5 milioni che possono essere considerati lavoratori poveri proprio per gli stipendi. Stiamo parlando di lavoratori poveri che anche il reddito di cittadinanza escluderebbe da qualsiasi tipo di aiuto pubblico e che ricevono salari al di sotto dei minimi stabiliti dalla contrattazione. Se quella del M5s è una iniziativa legislativa seria e non la solita campagna propagandistica, troverà sempre pronto il Pd nella difesa degli interessi delle categorie più deboli”, conclude la Sarracchiani

Sorgente: M5s e Pd cercano un primo dialogo sul salario minimo

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