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AL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK – Una doccia fredda. Il vertice tra Donald Trump e Kim Jong-un è stato oscurato dalla testimonianza volontaria dell’ex avvocato del presidente Michael Cohen alla Commissione sorveglianza della Camera. Una testimonianza durata sei ore che ha tenuto decine di milioni di persone attaccate agli schermi per seguire la diretta televisiva su Cnn, Abc, Nbc, Cbs oltreché sui siti dei giornali, negli uffici sui pc, dalle tv dei caffè dove di solito danno le partite di basket.

GUARDA IL VIDEO / Cohen: “Trump truffatore, menti’ agli americani”

Una testimonianza esplosiva
La testimonianza di Cohen è stata esplosiva. Per 12 anni ha lavorato come legale di Trump, prima seguendo gli affari immobiliari, e poi come avvocato personale. L’uomo che seguiva le partite più delicate. E copriva gli affari sporchi del tycoon . Nelle sue parole davanti alla Commisione di sorveglianza della Camera ha cercato di mettere in luce tutti i punti dell’attività secondo lui penalmente rilevante del presidente degli Stati Uniti, prima e dopo le elezioni. Cohen non ha niente da perdere. Un mese fa aveva rimandato la sua testimonianza per timore delle ripercussioni di Trump sulla sua famiglia, aveva detto. A maggio entrerà in carcere per scontare tre anni di carcere. Condannato da un giudice di New York per aver mentito al Congresso, nonostante la dichiarazione di colpevolezza di evasione fiscale per aver comprato “su indicazione del candidato presidente” il silenzio dell’attrice porno Stormy Daniels e della coniglietta di Playboy Karen McDougal sulle sue relazioni extraconiugali.

Le accuse di Cohen
Secondo l’ex avvocato Trump ha pagato 130mila dollari a Daniels attraverso una serie di assegni versati dallo stesso Cohen: allegata alla testimonianza di Cohen c’è la copia di un assegno di 35mila $ firmato da Trump, pare nello Studio Ovale, il primo agosto 2017 quando era presidente per rimborsare il suo avvocato.
Cohen ha anche raccontato, come era già stato anticipato da BuzzFeed, che fu Trump a ordinagli di mentire al Congresso sulle trattative per costruire la Trump Tower a Mosca. Il presidente avrebbe appoggiato il piano di Cohen di recarsi in Russia durante la campagna elettorale con l’obiettivo di incontrare Vladimir Putin: “Fai che avvenga”, avrebbe detto. Trump voleva donare a Putin un attico da 50 milioni di dollari nella sua torre moscovita. Cohen ha confermato i legami finanziari di Trump con Deutsche Bank, rapporti sui quali sono state avviate indagini da due commissioni della Camera. Il tycoon avrebbe falsato i suoi conti per ottenere più soldi dal lender tedesco, una delle poche banche che gli facevano credito per finanziare i suoi progetti immobiliari e le sue acquisizioni.

WikiLeaks e Assange
Altro capitolo di accuse riguarda WikiLeaks e i rapporti con gli hacker russi per manipolare le elezioni. Secondo Cohen, Trump sapeva che WikiLeaks e il suo fondatore Julian Assange avrebbero diffuso le e-mail rubate al Comitato elettorale democratico. Glielo aveva comunicato Roger Stone, anima nera dei repubblicani dai tempi di Nixon, consigliere e uomo di fiducia del presidente, a sua volta sotto accusa per la stessa vicenda. “Nel giugno 2016, prima della convention democratica ero nell’ufficio di Trump e la sua segretaria annunciò una telefonata di Stone. Stone disse a Trump che Assange pochi giorni dopo avrebbe lanciato una campagna sulle e-mail di Hillary Clinton per danneggiare la sua candidatura. ‘Non sarebbe fantastico?’ la risposta di Trump.

L’inchiesta sul Russiagate in arrivo
Le accuse di Cohen sono parte dell’inchiesta sul Russiagate che il procuratore speciale Robert Mueller presenterà nei prossimi giorni. Simbolo bipartisan delle istituzioni democratiche. L’uomo che non ha mai parlato in questi due anni di indagini. Ma che è la seconda persona più famosa a Washington dopo il presidente. Il pericolo di una richiesta di incriminazione da parte di Mueller per una “possibile cospirazione che ha modificato il sistema democratico americano nelle elezioni 2016” rischia di materializzarsi.

Le inchieste della Camera
La nuova Camera a guida democratica ha avviato diverse inchieste su Trump e le elezioni presidenziali del 2016, sui 130 milioni di dollari di Trump transitati nei conti di Deutsche Bank per gli affari con la Russia, sulle dichiarazioni fiscali e le presunte evasioni per anni della società e della fondazione del tycoon.

Il team di difesa di Trump
Da tempo Trump e la sua amministrazione si stanno preparando a questa lunga kermesse giudiziaria. Un team di 40 persone che sta preparando da settimane una difesa aggressiva per tentare di smontare le accuse al presidente. A Washington, a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca, nel grattacielo di fronte alla sede del Fondo monetario internazionale due piani sono stati tutti occupati dall’ufficio legale della Casa Bianca, guidato da Pat Cipollone, appena scelto da Trump come Consigliere legale della Casa Bianca per guidare una squadra di 40 avvocati. Cipollone che guiderà la difesa di Trump da gennaio ha assunto 17 nuovi avvocati per il suo team di difesa, tra assunzioni e cooptazioni da altri uffici.

La decisione di William Barr sul rapporto
Mueller consegnerà il suo report confidenziale sul Russiagate all’amministrazione, nelle mani del nuovo responsabile del Dipartimento di giustizia Usa, suo amico William Barr, che ha detto più volte che rispetterà l’autonomia del procuratore speciale. Stando alle regole legate alle inchieste dei Consiglieri speciali, come Mueller, il responsabile della Giustizia Usa ha la facoltà di decidere se secretare l’inchiesta, o condividerla con il Congresso, in parte o totalmente. I leader della Camera cercheranno di ottenerne una copia. Ma la Casa Bianca potrebbe decidere di non rendere pubblica l’inchiesta – anche se Trump più volte ha detto che rispetterà l’autonomia di Barr – motivando l’inopportunità di rendere pubbliche delle informazioni sensibili tra il presidente e i suoi più vicini collaboratori, hanno detto più volte i consiglieri legali del presidente.

Le conclusioni di Mueller
Secondo alcuni consiglieri di Trump, Mueller potrebbe semplicemente scrivere un memo conciso, con le conclusioni della sua inchiesta sul presidente. Rudolph Giuliani che è uno degli avvocati personali di Trump, ha detto che il team legale di Cipollone vorrà studiare tutto il report di Mueller prima che il Dipartimento di Giustizia decida se e cosa condividere con il Congresso. Insomma si apre una complessa fase procedurale che mette anche in tensione i meccanismi istituzionali della macchina della giustizia americana.

I democratici non hanno i numeri per l’impeachment
Di sicuro l’opposizione democratica si farà sentire. Non hanno i numeri al Senato per far passare una richiesta di impeachment del presidente, ma la battaglia si giocherà nei prossimi mesi. Il finale non è scontato. Almeno per ora. A meno di clamorose rivelazioni che potrebbero accelerare lo shutdown legale come fu per le registrazioni dello scandalo Watergate, all’epoca di Richard Nixon. Bisognerà capire se il fronte repubblicano resterà compatto nella difesa del presidente, o se la parte dei moderati liberali del partito, che lottano per il buon governo, per tenere i conti a posto e per la difesa della Costituzione, che da mesi soffre in silenzio per le politiche di Trump più vicine alla destra radicale, continuerà a sostenerlo.

Trump e la “caccia alle streghe”
Trump ha avuto due anni di tempo per prepararsi alla Difesa. Si ricandiderà alle prossime elezioni presidenziali del 2020. La sua battaglia diventerà un tema centrale della campagna elettorale, al pari dei migranti illegali. Di sicuro si batterà fino in fondo a colpi di tweet, dichiarazioni e con il suo team legale per difendersi da tutte le inchieste e da quella che da mesi definisce “la caccia alle streghe più grande della storia”.

Sorgente: Le accuse di Cohen a Trump: che cosa può succedere ora

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