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BRUXELLES – A poche ore da un voto cruciale a Westminster sull’accordo di recesso che dovrebbe regolare la prossima uscita del Regno Unito dall’Unione, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha assicurato nella notte a Strasburgo, dopo un incontro con la premier Theresa May, di avere dato ulteriore rassicurazioni vincolanti sulla natura della soluzione-ponte irlandese, il nodo che da mesi sta creando tensioni tra Londra e Bruxelles.

La dichiarazione del presidente Juncker è giunta dopo che la premier May era volata a Strasburgo, dove il Parlamento europeo è in sessione plenaria, nel tentativo di strappare nuove concessioni che possano convincere l’ala oltranzista del partito conservatore ad approvare l’accordo di recesso. Salvo rinvii dell’ultimo minuto un voto è atteso questa sera a Westminster, a tre settimane o poco meno dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, fissata per il 29 marzo.

Le nuove rassicurazioni “completano l’accordo di recesso senza riaprirlo”, ha voluto precisare in una dichiarazione il presidente Juncker. “In politica è possibile ottenere una seconda possibilità. Ciò che conta è quello che si fa con la seconda possibilità, perché non vi sarà alcuna terza possibilità. Non potrà esservi una ulteriore interpretazione dell’interpretazione, nessuna nuova assicurazione sull’assicurazione, se il voto di oggi fallisce. Di più non si può fare”.

Nella sua breve dichiarazione alla stampa, l’ex premier lussemburghese ha assicurato che l’intesa riceverà il sostegno del premier irlandese Leo Varadkar, “con cui sono stato in contatto costante”. Naturalmente l’Irlanda è parte in causa. L’obiettivo di Londra, Dublino e Bruxelles è di evitare un ritorno della frontiera fisica nell’Ulster e delle tensioni religiose nella regione. Con ogni probabilità i Ventisette si riuniranno a livello diplomatico oggi per fare il punto della situazione.

L’incontro di ieri sera, durato due ore, è stato organizzato all‘ultimo minuto, mentre a Londra appariva chiaro che una maggioranza di Westminster avrebbe bocciato l’accordo di recesso nel voto di oggi. Molti deputati temono che la soluzione-ponte, per evitare il ritorno di una frontiera fisica tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda, comporti una permanenza sine die del Regno Unito nell’unione doganale, precludendo al paese la possibilità di firmare accordi commerciali con paesi terzi.

L’intesa offre garanzie che il backstop irlandese non possa durare indefinitamente. Parlando dinanzi a Westminster, il vice premier David Lidington ha spiegato che l’intesa comporta “cambiamenti giuridicamente vincolanti che rafforzano e migliorano l’accordo di recesso”. Ha poi aggiunto: “Il Regno Unito non potrà rimanere intrappolato in via definitiva nella soluzione-ponte irlandese” che entrerà in vigore alla fine del periodo transitorio, il 31 dicembre 2020, e in attesa di un accordo di partenariato.

Non mancano le incertezze sul voto di questa stasera. L’accordo di recesso fu bocciato in gennaio dal Parlamento britannico con una ampissima maggioranza. Recuperare sufficienti voti non sarà facile comunque. Nigel Dodds, il capofila del partito unionista nord-irlandese ha spiegato che analizzerà le garanzie concesse da Bruxelles “con grande attenzione”. Dopo il voto di oggi, i deputati dovrebbero approvare una breve proroga di Brexit, oltre il 29 marzo, indispensabile per votare disposizioni applicative.

Sorgente: Brexit, oggi il voto. Juncker: «Non ci saranno altri negoziati»

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