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La denuncia: “Da 0,77 picogrammi a 7,06, si torna ai livelli del 2009”. Il ministro dell’Ambiente, Costa, dispone nuovi controlli sui dati

Nuovo allarme ambientale per lo stabilimento siderurgico ex Ilva. “In un anno il valore della diossina a Taranto è aumentato del 916%”, passando “da 0,77 picogrammi del 2017 a 7,06 picogrammi del 2018, molto vicino agli 8 picogrammi del 2009” quando nella “masseria Carmine furono prelevati 1.124 capi di bestiame per essere abbattuti”. Lo denunciano il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, e il consigliere comunale Vincenzo Fornaro, ex allevatore, riportando “i dati di Arpa Puglia”. Bonelli e Fornero sostengono che “sono in aumento le diossine anche nell’area dell’agglomerato del siderurgico con un valore di 11 picogrammi, e nel quartiere Tamburi, in via Orsini, con valore pari 5,5 picogrammi”. “In altri paesi europei come Francia e Germania – sottolineano – i valori limiti sono pari a 5 e 4 picogrammi”. Secondo loro “ci troviamo di fronte ad una situazione drammatica che evidenzia come a Taranto non si sia mai smesso di inquinare e che il regime d’immunità penale ha favorito questa gravissima situazione”. “Presenteremo un esposto all’autorità giudiziaria – annunciano – perché a questo punto sarà inevitabile aprire una nuova inchiesta ‘Ambiente svenduto 2’, perché l’inquinamento a Taranto non è mai cessato”. La città di Taranto viene “colpita e affondata – sostengono – dalla latitanza del ministro Costa e del ministro Di Maio che hanno irresponsabilmente confermato la norma sull’immunità penale prevista dal decreto 98/2016, voluta da Renzi e Calenda, e peggiorato la situazione ambientale con il famoso addendum di Arcelor Mittal”. “Già lunedì – concludono – invieremo una diffida al ministro Costa affinché ordini il riesame dell’Aia dell’ex Ilva di Taranto, oggi di proprietà Arcelor Mittal, e al ministro Di Maio chiedendogli di abrogare la scandalosa immunità penale”. Il sindaco chiude due scuole: “Con la salute dei bambini non si scherza” Dopo la denuncia, il primo cittadino ha chiuso due scuole nel rione Tamburi. ”Il nostro obiettivo è vigilare e tutelare i cittadini, specie la fascia più esposta della nostra popolazione, che sono i più piccoli. Con la salute dei bambini non si scherza e visto che abbiamo la possibilità di far proseguire la didattica nel quartiere Tamburi presso altri plessi più sicuri abbiamo pensato che di ricorrere a questa soluzione per le prossime settimane”, spiega il sindaco Rinaldo Melucci. L’amministrazione comunale ha deciso di chiudere due scuole che si trovano nelle vicinanze delle ‘collinette ecologiche’ ex Ilva, sequestrate dal Noe alcune settimane fa perché ritenute aree inquinate. Le scuole chiuse sono la ‘Deledda’ e ‘De Carolis’. ”Finché non avremo analisi definitive chiare che restituiscano serenità a docenti, bambini e famiglie, non vogliamo prenderci il rischio di esporre i nostri bambini a dei contaminanti” ha aggiunto il sindaco che comunque si dice ”ragionevolmente tranquillo”. ”Credo che tutto questo si risolverà nel giro di poche settimane”. ”Sollecitiamo di nuovo gli organismi tecnici competenti a validare analisi migliori e più profonde e ci confronteremo con la magistratura per capire se ci sono ulteriori evidenze rispetto a quelle poche scarse notizie che siamo riusciti a reperire” conclude il primo cittadino di Taranto. Il ministro Costa dispone nuovi controlli sui dati Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, “ha dato mandato a Ispra di interloquire immediatamente con Arpa per la validazione dei dati che sono stati diffusi in questi giorni. Sia per quanto riguarda le centraline sia per le diossine”. “Ad una prima verifica – rileva Costa – le centraline esterne non avevano infatti dato esiti coerenti con l’allarme. Però ogni voce deve essere ascoltata per cui al più presto ci sarà un incontro tecnico con organi di controllo del Sistema nazionale di protezione ambientale”. –

Sorgente: Bonelli (Verdi): dal 2017 la diossina a Taranto è aumentata del 900% – Rai News

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