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Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, non parteciperà alla riunione formale dei ministri dell’Interno degli Stati membri a Bruxelles in cui si parla, tra le altre cose, di protezione dei confini, riforma di Dublino e politiche migratorie.

Per la quinta volta da quando è ministro (su sei incontri), non presenzierà ai lavori del Consiglio Giustizia e Affari Interni (GAI). Al suo posto è stato inviato il sottosegretario Nicola Molteni.

Il vicepremier da tempo accusa l’Unione Europea di aver lasciato sola l’Italia sulla questione migranti e insiste sulla necessità di cambiare le regole attuali. Proprio in questa due giorni di lavori, in agenda ci sono la riforma del sistema europeo comune di asilo, i negoziati sul programma Frontex ma anche la cooperazione con i paesi africani per i rimpatri e per arginare l’immigrazione clandestina, oltre alla lotta al terrorismo.

A fare notare la cosa per primo è stato il giornalista di Radio Radicale e del Foglio, David Carretta. Dopo il vertice notturno sulla Tav, Salvini ha preferito essere ad un comizio a Potenza, in Basilicata, dove si voterà domenica 24 marzo.

Cosa si decide in questi incontri

Non tutti gli Stati membri inviano al GAI i titolari del ministero. Nella lista dei partecipanti, per esempio, la Spagna non ha inviato il ministro Grande-Marlaska ma un segretario di Stato. La Francia ha preferito Laurent Nunez, segretaria di Stato di Castaner. Ma la maggior parte dei Paesi si sta facendo rappresentare dal politico più alto in grado: si pensi a Horst Seehofer per la Germania.

Come fa notare il professor Florian Trauner, esperto in materia dell’Institute for European Studies, “ogni riforma è preceduta da una fase preparatoria in cui i rappresentanti permanenti e le delegazioni si incontrano e discutono. Se c’è un consenso unanime, un punto viene chiamato A, altrimenti è denominato B. I punti B sono quelli che i ministri devono discutere per trovare un consenso politico al più alto livello”, analizza Trauner ai microfoni di Euronews.

Si tratta sui “punti B” per trovare consenso politico “al più alto livello”

I punti A vengono subito approvati e non vi si indugia su ulteriormente. Sono i punti B (qui la lista per questo meeting) quelli su cui è necessario discutere e trovare soluzioni. “Il numero di punti B è in aumento: essi non si risolvono grazie ai funzionari che preparano i lavori ma con le discussioni tra ministri. Ma se è un ministro è regolarmente assente, si perde molto. È una grande perdita, quella di Salvini. Molto sorprendente che non abbia partecipato alla maggior parte degli incontri, soprattutto perché l’Italia chiede più supporto e solidarietà da parte della Ue, ed è qui che si decidono le politiche. L’impressione è che queste richieste di aiuto siano più retoriche che altro”, conclude Trauner.

Marie De Somer, a capo del dipartimento migrazioni dell’European Policy Center, sottolinea l’importanza di questi incontri. “Preparano il terreno e il quadro politico per i capi di Stato. Nonostante Avramopoulos abbia detto che l’assenza di Salvini non è un problema, è comunque rimarchevole che non ci sia. Stanno cercando di arrivare ad una conclusione sul rafforzamento di Frontex e sui regolamenti dei confini europei prima delle Elezioni europee. Sono discussioni molto importanti, l’intero pacchetto è bloccato dalle continuee discussioni sul Regolamento di Dublino”.

Il Sole 24 Ore scrive che la riforma del sistema europeo che disciplina l’assegnazione dei richiedenti asilo non piace a Salvini, ma non è chiaro in realtà cosa il vicepremier voglia davvero – al di là del “discorso politico per ribadire la contrarietà italiana”. In Parlamento europeo, la Lega aveva già votato no alla riforma del regolamento di Dublino.

“Caro Salvini: oggi hai la possibilità concreta di far valere la voce del nostro Paese e di difendere davvero gli interessi degli italiani. O preferirai fare il leader di partito che alimenta paure, non risolve i problemi e pensa solo a incassare consenso?”, scrive su Facebook l’eurodeputata del Pd, Simona Bonafé.

La risposta di Salvini. Avramopoulos: non è un problema

Dall’ufficio stampa del Justice and Home Affairs Council, l’organizzazione del GAI, appunto, fanno sapere con diplomazia a Euronews che “gli Stati membri sono liberi di mandare chi vogliono agli incontri, siano essi viceministri o sottosegretari, a loro discrezione”.

Dalla segreteria del Viminale negano ogni interpretazione politica della sua assenza e comunicano ad Euronews che “il ministro ha già spiegato più volte che al Gai e ad altri vertici internazionali preferisce mandare i sottosegretari come Molteni. Molteni gode della piena fiducia e stima del ministro e ha la delega ai dossier immigrazione e sicurezza”.

Anche la Rappresentanza permanente a Bruxelles non ravvisa criticità. “La sedia non è vuota, l’Italia ha rappresentanza politica, c’è un esponente di governo che è un sottosegretario agli interni. Oggi non si decide un bel niente, c’è una discussione ma non vengono prese decisioni concrete”, la risposta alle nostre domande.

Ieri, infine, ha gettato acqua sul fuoco anche il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos. Il ministro dell’Interno Matteo “Salvini ha partecipato molte volte al Consiglio dell’Ue, penso sia mancato solo una volta, ed è stato rappresentato dal sottosegretario, ma prima mi aveva chiamato per spiegarmi perché non poteva partecipare. Il governo italiano, così come faceva quello precedente, è presente nel proporre le proprie posizioni e continuiamo a lavorare molto da vicino con loro”.

Presenze di Salvini al Consiglio “Giustizia e affari interni” da quando è ministro

  • 8/9 marzo 2018 (governo gialloverde non ancora insediatosi);
  • 4/5 giugno 2018: ❌
  • 12/13 luglio 2018, informale a Innsbruck: ✔️
  • 11/12 ottobre 2018: ❌
  • 6/7 dicembre 2018 ❌
  • 6/7 febbraio 2019, informale a Bucarest: ❌
  • 7/8 marzo 2019: ❌

Sorgente: A Bruxelles si parla di immigrazione ma Salvini non c’è (di nuovo). È un problema? | Euronews

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