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“Io mi diverto tantissimo sul set. Immagina di poter fare sesso come ti piace e in una situazione di totale rispetto, chi mai direbbe di no?”

Lo stigma sul mondo della pornografia esiste da sempre e sembra essere molto difficile da sconfiggere. Negli anni, l’industria del porno è stata accusata di aver alimentato i più disparati problemi sociali, dalla tratta degli esseri umani alla violenza sessuale (in realtà, entrambi i collegamenti sono stati smentiti.)

Per alcuni, il porno è un’industria basata sullo sfruttamento, anche se chi ci lavora ha scelto liberamente questa professione e non è stato obbligato. Quello che è certo è che lo stigma tende a deumanizzare chi lavora nel settore, creando in loro la paura di essere “scoperti” ed esposti al pubblico ludibrio online. Inoltre, rende difficoltoso per i professionisti accedere a servizi di supporto.

Ma qual è la verità? Misha Mayfair, ex cam girl e ora pornostar, ha accettato di aiutarci a fare chiarezza. Mayfair, 25 anni, di cui due passati nel settore, si scontra ancora con la scissione tra quello che legge sui media e la sua esperienza quotidiana.

“La gente crede che il porno sia un mondo irreale,” mi dice. “Si immagina un universo assurdo pieno di ragazze bionde che vengono adescate, buttate nel retro di un furgone e rese schiave dalla criminalità organizzata. Ma allora io in che mondo vivo e lavoro da due anni?” Se la prostituzione forzata è ovviamente un problema odioso, insomma, non c’è ragione di sovrapporla a chi volontariamente sceglie di lavorare nell’industria del porno.

Qui di seguito, Mayfair smentisce alcuni dei miti più falsi e frustranti sull’industria del porno.

Nell’industria del porno dilagano violenze sessuali e violazioni del consenso

Quest’idea secondo la quale l’industria del porno sarebbe un ambiente super violento è incredibilmente frustrante. La gente non sa quello che succede prima delle scene, ovvero che ognuno di noi dà il proprio consenso, né quello che succede dopo, ovvero che gli attori confermano il loro consenso sul materiale girato e che tutto sia andato bene. Sul set c’è sempre il modulo per il consenso da compilare, e le grandi case di produzione ti fanno qualche domanda, prima e dopo la scena, per commentare il girato e verificare che tu sia d’accordo su tutto—in particolare se la scena include pratiche kinky.

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Misha Mayfair. Foto di Netti Hurley

Sul set, il cast e la crew sono sempre molto attenti e disponibili. Ovviamente, possono esserci casi in cui qualcosa va storto, qualcuno va oltre. Credo sia molto difficile non incontrare mai stronzi sulla propria strada. Ma in generale qui sono tutti molto premurosi, si preoccupano che tutto vada per il meglio, e non vogliono che tu te ne vada dal set perché c’è qualche problema o che finisca la scena arrabbiata. I soldi si fanno anche così.

Alle donne non piace davvero lavorare nel porno e quasi sempre fingono l’orgasmo

Io mi diverto tantissimo sul set. Immagina di poter fare sesso come ti piace e in una situazione di totale rispetto, chi mai direbbe di no? E poi con lo squirting non puoi fingere.

Non mi piace la dicotomia per cui o ti piace o ti fa schifo. Non è tutto così bianco o nero. Ognuno è diverso. Il porno è lavoro, e come ogni lavoro, bisogna trovare il modo giusto di approcciarsi a esso. Devi prepararti mentalmente, conoscere il partner e cercare di trovare qualcosa in comune, una connessione.

Non puoi avere una carriera lunga nel porno. Pochi film e sei fuori

Onestamente, la paga potrebbe essere migliore. È sempre più bassa, perché le persone scelgono la pirateria, e ognuno crea contenuti in modo indipendente. Inoltre, dopo che negli Stati Uniti sono state emanate normative restrittive, molti dei siti che usavo sono stati chiusi, e questo ha costretto alcune sex worker americane a mettersi in situazioni sempre più pericolose.

Oggi sempre più pornostar stanno lasciando gli studios e le grandi case di produzione perché non pagano abbastanza: si guadagna di più a produrre contenuti da soli. Se crei un contenuto e lo metti sul tuo sito, fai più soldi.

Nel porno non esistono diritti d’immagine: ti pagano nel momento in cui giri il video e basta. Se invece crei tu i video e li posti sul tuo sito, o su siti come ManyVids, puoi continuare a guadagnarci molto a lungo.

La maggior parte delle pornostar lo fa perché ha vissuto traumi o violenze in passato

Non ci sono statistiche a sostegno di questi dati: perciò, al momento, non possiamo dire che la salute mentale e il passato abbiano qualche impatto sulle persone che scelgono questo lavoro. È solo un modo per screditare la nostra professione e per etichettarci come persone “malate”.

Storicamente, la società ha sempre considerato le donne con una forte sessualità sbagliate, deviate o mentalmente instabili. Persino l’invenzione del primo vibratore nell’era vittoriana fu dovuta all’idea che il desiderio sessuale femminile fosse un disturbo da curare.

Nessun altro viene giudicato male per il proprio lavoro quanto chi sceglie il sex working. Perché non facciamo un sondaggio sulla salute mentale di tutti quelli che lavorano nelle catene di ristoranti, allora?

Non è possibile avere relazioni sentimentali sane, se sei una pornostar

È vero: ci sono persone ossessionate da noi e dal nostro lavoro, che non ci vedono come esseri umani con cui è possibile avere un rapporto normale. La gente pensa che io rifiuti l’affetto e l’amore e questo mi ferisce, perché credo che tutti gli esseri umani cerchino quello, in fondo. Io sono esattamente come tutti i tuoi amici, vicini di casa o parenti, solo che mi piace fare sesso davanti alle telecamere, ecco tutto. E ti assicuro che non è una cosa che mi ha stravolto la vita come pensi.

Per me, c’è una grande differenza tra fare sesso sul set e fare sesso con una persona che amo. Non è una differenza negativa: è la stessa differenza che c’è tra fare sesso occasionale con uno sconosciuto e fare sesso con una persona importante.

 

Sorgente: Una pornostar smentisce i falsi miti più comuni sull’industria del porno – VICE

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