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Verso il Congresso Pse a Madrid. Nel documento la proposta di rivedere le regole del semestre europeo, priorità a disuguaglianze e clima

by Angela Mauro

Rivedere le regole del semestre europeo, il ciclo che governa l’economia dei paesi dell’eurozona, per recuperare una dimensione sociale e ambientale. E’ la proposta centrale nel manifesto dei Socialisti e democratici (Pse) per le europee, testo che sarà approvato e presentato al congresso di sabato prossimo a Madrid. “Un nuovo contratto sociale per l’Europa”, è il titolo nella bozza che Huffpost ha potuto leggere in anteprima.

Quella di riformare il ‘semestre europeo’, che con la crisi economica è diventato di fatto una ‘gabbia’ di controlli delle economie degli stati membri senza molta considerazione per la dimensione sociale di un paese (vedi caso Grecia), è una proposta inedita nell’arco delle posizioni assunte finora da uno schieramento politico, come i socialisti, che ha sempre avuto a disposizione le leve del comando dell’Unione, insieme al Ppe. Ora si cambia, anche sulla spinta di sondaggi che vedono in crescita le forze sovraniste euroscettiche e in calo sia il Ppe che i Socialisti e democratici, questi ultimi avviati a perdere 51 seggi alle prossime elezioni, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Europarlamento sulla base di sondaggi effettuati in tutti gli Stati membri (da 186 a 135 eurodeputati).

E allora il manifesto elettorale, frutto di un lavoro di mediazione interna durato mesi, chiede che “l’Europa adotti un patto sostenibile di sviluppo con obiettivi sociali ed ecologici per fare in modo che gli interessi economici non danneggino l’ambiente”. Interessante notare che queste ultime tre parole, nella bozza, vengono tradotte in inglese con “do not ‘trump’ the environment”, un gioco lessicale che chiama in causa Donald Trump, il presidente statunitense primo contestatore delle teorie sul riscaldamento globale.

Tornando al manifesto socialista, tra le proposte anche quella di istituire un “fondo di transizione per sostenere con un giusto equilibrio sociale l’agenda per lo sviluppo sostenibile dell’Onu e i suoi obiettivi per il 2030”. Vale a dire – per fare un esempio – non produrre le disparità che si erano invece determinate con la tassa sulle auto inquinanti pensata da Emmanuel Macron e causa scatenante delle proteste dei gilet gialli.

L’Europa dovrebbe porsi l’obiettivo di diventare “neutra” sulle emissioni inquinanti “al massimo entro il 2050”, continua il manifesto che chiede di fatto di riformare la governance europea con nuove regole che tengano conto della dimensione sociale e ambientale, fattori da considerare insieme e sullo stesso piano.

Ma dovranno cambiare anche “le regole fiscali dell’Ue”. “L’Eurozona ha bisogno di una riforma sostanziale e ha bisogno di un budget proprio”, si legge nella bozza. “I profitti devono essere tassati lì dove si produce”, recita un passaggio sui ‘paradisi fiscali’ presenti anche nella stessa Ue (Irlanda, Irlanda). Serve un “piano di investimenti sul lungo periodo”. E ancora: “salario minimo dignitoso” in tutti i paesi dell’Unione, istituzione di una “autorità europea del lavoro contro il ‘dumping’ sociale”, cioè contro la concorrenza al ribasso sul costo del lavoro praticata soprattutto dai paesi dell’est. Istituzione di una “assicurazione europea per la disoccupazione per sostenere gli stati membri” alle prese con questo problema.

Quanto all’immigrazione, con-causa delle difficoltà dell’Unione europea insieme alla crisi economica, ecco alcune proposte: “Aprire canali sicuri e legali di ingresso nell’Ue, sostenere le capacità di protezione nelle regioni adiacenti (da intendersi nord Africa, ndr.), combattere le cause dell’immigrazione inclusi i cambiamenti climatici”.

Il manifesto del Pse di fatto sfida la piattaforma dei Verdi, forza politica in crescita in Germania, in Belgio, in Olanda che insidia il bacino di voti dei socialisti. Ma questa è anche una piattaforma che indica già la scelta socialista nelle future alleanze post-voto: si guarda ai Verdi, ma anche ai Liberali che includeranno Macron e alla parte moderata del Ppe che non vuole fare patti con i sovranisti di Matteo Salvini. Si vedrà sulla base dei voti e saranno i Popolari l’ago della bilancia: in calo (da 217 a 183 seggi), non più autosufficienti per una maggioranza solo con i socialisti, ma ancora primo partito.

Sabato, al Teatro Coliseum di Madrid, il congresso socialista approverà il manifesto per le europee 2019, con il suo frontman per la campagna elettorale, Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue e Spitzenkandidat Pse. Certo, quando il congresso è stato programmato a Madrid, si contava su una cornice più felice: la Spagna era uno dei rari casi di governo socialista nell’Unione. Non è più così da una settimana, è caduto pure Pedro Sanchez: nuove elezioni il 28 aprile, il suo governo con Podemos è stato affossato dai catalani che hanno fatto mancare i loro voti sul bilancio. Nemmeno Madrid brilla più nel cielo socialisti: sabato prossimo la città ospiterà anche l’assemblea generale di Vox, il partito di ultra-destra che ha appena vinto in Andalusia.

Sorgente: Un nuovo contratto sociale per l’Europa. In esclusiva Huffpost il Manifesto del Pse per le Europee | L’Huffington Post


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