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“Il 3 febbraio 2016 il corpo di Giulio Regeni veniva ritrovato, con evidenti segni di tortura, ai bordi dell’autostrada Cairo-Alessandria. Da quel giorno c’è una famiglia che cerca e pretende verità. E c’è uno Stato, una comunità, che deve restare al suo fianco e che non si arrenderà mai fino a quando non verrà fatta piena luce sul sequestro, la tortura e l’uccisione di Giulio. Ne parlerò anche stasera a Che tempo che fa”. Lo scrive su Facebook il presidente della Camera, Roberto Fico. Poi, in un’intervista a Tpi news, Fico spiega che “il presidente al-Sisi si era impegnato a rimuovere ogni ostacolo per l’inizio di un processo che facesse verità sul rapimento, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni. Fino a questo momento non è stato così, non ha tenuto fede a quello che mi aveva detto quando sono stato al Cairo. Il passo decisivo è aumentare la portata della richiesta di verità, non la chieda solo l’Italia ma tutta Europa. Questo è il motivo per cui ho scritto ai miei colleghi presidenti di Parlamento. Un’Europa compatta può essere un ulteriore passo fondamentale”. “La lettera – aggiunge – segue l’approvazione di una risoluzione del Parlamento europeo. Ho chiesto a tutti i miei colleghi presidenti di darle seguito, adottando tutte le iniziative che prevedono le loro assemblee. A loro chiedo solidarietà all’Italia ma soprattutto gesti concreti. Giulio era un ricercatore europeo. Non dimentichiamolo mai”.

Rispondendo sulla presenza dell’ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini, il presidente della Camera puntualizza: “La decisione di rimandare l’ambasciatore al Cairo ricordo è stata presa dal governo Gentiloni. L’ambasciatore ha avuto una lettera di incarico con un contenuto preciso. E la sua presenza ha senso nel momento in cui si fanno dei passi in avanti concreti sulla morte di Giulio Regeni. Chiaramente ogni decisione al riguardo spetta alla Farnesina”.

Sorgente: Regeni, Fico: “Lo Stato non si arrende”

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