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E’ scontro, all’Onu, tra Mosca e Washington. La Russia ha tentato di bloccare la riunione del Consiglio di sicurezza Onu sul Venezuela convocata per oggi, sostenendo che la situazione nel Paese non costituisce una minaccia alla sicurezza e alla pace internazionale. Mosca ha chiesto un voto prima dell’avvio della riunione, sostenendo che essa costituiva un “grave abuso delle prerogative” dell’organismo Onu. Tuttavia, nove Paesi sui 15 che partecipano al Consiglio di sicurezza hanno votato affinché la riunione andasse avanti. L’ambasciatore russo presso l’Onu, Vassily Nebenzia, ha definito le azioni degli Stati Uniti “senza vergogna e aggressive”, paragonandole a un tentativo di colpo di stato. Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha risposto sottolineando l’impatto destabilizzante della crisi venezuelana sull’intera regione. Per Pompeo, il collasso economico in Venezuela e il conseguente esodo di circa tre milioni di persone nei paesi vicini rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali.

COSA HA DETTO POMPEO – Il segretario di stato americano ha anche replicato alla richiesta di lasciare a breve il paese rivolta dal presidente Maduro ai diplomatici americani e ha detto di attendersi che questi continuino a beneficiare di protezione e incolumità. “Non mettete alla prova gli Stati Uniti sulla loro determinazione a proteggere i loro concittadini”, ha affermato. Pompeo ha poi definito il governo di Maduro “uno stato di mafia illegittimo”. Il suo “esperimento socialista ha causato il collasso dell’economia”, ha aggiunto, prima di esortare tutti i paesi a riconoscere l’esponente di opposizione Juan Guaidò quale presidente ad interim, come già fatto dagli Stati Uniti. “O si sta con le forze della libertà, o si è in combutta con Maduro e il suo caos“.

COSA HA CHIESTO LA RUSSIA – Nel corso della riunione, la Russia ha chiesto agli Stati Uniti di dire chiaramente se sono pronti a usare la forza militare in Venezuela. “Non farò speculazioni o ipotesi su ciò che faranno gli Stati Uniti”, ha detto Pompeo, parlando con i giornalisti dopo la riunione. Mosca ha anche accusato Washington di usare il Consiglio di sicurezza Onu come uno “stratagemma immorale” per provocare un cambio di regime in Venezuela. L’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, ha stigmatizzato i precedenti interventi Usa in America Latina, come quello in Nicaragua, sostenendo che Washington considera il continente sudamericano come il proprio “cortile” di casa.

L’EUROPA CON GUAIDO’ – Dall’altra parte dell’Oceano, intanto, Spagna, Francia e Germania si sono schierate con Guaidò lanciando un ultimatum a Nicolas Maduro. Se non convocherà elezioni “trasparenti” nei prossimi otto giorni, i tre Paesi riconosceranno il presidente dell’Assemblea nazionale, Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. E a chiedere nuove elezioni è anche l’Unione europea. L’Europa, ha affermato l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini parlando a nome dell’intera Ue, “chiede che sia con forza che con urgenza si tengano elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili in linea con gli standard democratici internazionali e l’ordine costituzionale venezuelano”. In assenza dell’annuncio di nuove elezioni, l’Ue “intraprenderà ulteriori azioni – ha affermato Mogherini -anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese, in linea con l’articolo 233 della Costituzione venezuelana”.

CHI STA CON MADURO, CHI CON GUAIDO’ – La spaccatura internazionale di fronte alla crisi venezuelana è evidente. Mentre i tre Paesi europei, uniti a Stati Uniti, Canada e oltre una mezza dozzina di Paesi latino americani si sono schierati con Guaidò, un altro blocco di Paesi che comprende Russia, Iran, Turchia, Cuba, Bolivia e Nicaragua sostengono Nicolas Maduro, eletto lo scorso maggio in elezioni dichiarate non democratiche a un secondo mandato che ha iniziato a dicembre nonostante le richieste internazionali di sue dimissioni.

Sorgente: Scontro Russia-Usa su Maduro

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