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La «nuova» Cgil, nel segno di Maurizio Landini, si preannuncia unitaria, progressista e anti-governativa. L’accordo notturno tra le due «anime» del più grande sindacato italiano e che ha consentito il via libera alla leadership di Maurizio Landini, ha un aspetto organizzativo e di organigramma ma anche un significato politico. La Cgil che esce dal congresso di Bari sarà sicuramente più unitaria, sia nel rapporto con gli altri sindacati confederali sia al suo interno. Il messaggio che la segretaria uscente Susanna Camusso e il nuovo leader danno alla sinistra politica (al Pd ma anche all’ex Leu) è nel segno dell’unità: il sindacato ha diverse sensibilità ma al momento decisivo sa trovare una sintesi.

 

Una Cgil anche più unitaria rispetto al passato, nel rapporto con Cisl e Uil e su questo Camusso nella sua relazione è stata più esplicita che nel passato. Una Cgil progressista, perché nel patto interno che comprende l’ala che ha sostenuto Vincenzo Colla nella sua corsa alla segreteria, decisivo è stato l’atteggiamento trattativista del sindacato pensionati, che anche in termini anagrafici incarna l’anima tradizionalista della Cgil, che nel passato è stata per decenni la principale casa della sinistra. Un freno rispetto alla tentazione di andare incontro alle simpatie di tanti iscritti – che hanno votato Lega e Cinque stelle – che avrà un riflesso anche nella linea politica rispetto al governo.

Dopo diversi mesi di stanf-by rispetto al nuovo esecutivo, nelle ultime settimane la Cgil aveva intensificato la conflittualità. E ora Landini è chiamato ad interpretarla. Lui che, assieme alla Camusso e al sindacato pensionati – è il vincitore del congresso, è ora chiamato a dare corpo alle novità maturate nelle ultime settimane e lo farà nel discorso che pronuncerà domani mattina davanti ai delegati.

Sorgente: La “nuova” Cgil, unitaria, progressista e anti-governativa

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