0 3 minuti 5 anni

Giovedì al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali la firma per i nuovi ammortizzatori sociali. Un minuto dopo sindacati ed RSA chiederanno un incontro al MISE per sciogliere i dubbi sul nuovo assetto societario. Finmeccanica oltre alla turca Karsan vuole Invitalia e un nuovo socio, altrimenti molla tutto. Al Governo le risposte che la Valle Ufita chiede con insistenza

Altra cassa integrazione e niente lavoro nel futuro prossimo di Industria Italiana Autobus, sponda Flumeri. E così sarà fino a quando non verranno sciolti una serie di nodi legati al nuovo assetto societario. Situazione diversa nel ramo bolognese dove, comunque, non se la passano poi meglio. Ma è utile andare per gradi e spiegare cosa avverrà nei prossimi giorni.

Innanzitutto, giovedì 10 gennaio 2019, le sigle sindacali nazionali e provinciali, Fiom Cgil, Fim Cisl, Uil, Ugl Metalmeccanici, Fismic e Failm, unite alle RSA di stabilimento sono state convocate al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per firmare, con molta probabilità, un nuovo anno di ammortizzatori sociali.

Una magra ma necessaria consolazione in vista del piano industriale che i lavoratori si augurano venga presentato o di un progetto di rilancio. Esclusa fin da oggi la presenza del Ministro al Lavoro, Luigi Di Maio, dovrebbe invece presenzialre la riunione il Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial. E’ a lui che sindacati ed Rsa saranno rivolte le domande relative alla nuova società.

Il giorno successivo, infatti, scadrebbe il mese richiesto da Finmeccanica per decidere se restare o meno, e con quali quote nella nuova societaria. La condicio sine qua non doveva essere la presenza, oltre alla società turca Karsan, di Invitalia e di un nuovo imprenditore. Probabile che il dott. Sorial, non essendo quella la sede idonea per parlare di queste questioni, non fornirà le risposte necessarie. Ed è per questo motivo che i sindacati, un minuto dopo la firma dei nuovi ammortizzatori sociali, chiederanno immediatamente un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico.

E’ fin troppo evidente che lo stabilimento di Valle Ufita senza un opportuno piano di ristrutturazione non potrà mai entrare in funzione. Così come è evidente che al termine di questo nuovo anno di cassa integrazione non ci sarà più margine per sperare che in quel sito industriale si riprenda a fabbricare autobus. Bisogna guardare in faccia alla realtà e la realtà dice che non c’è più tempo per le chiacchiere. Ora servono i fatti altrimenti il sogno della ripresa svanirà per sempre.

Sorgente: Industria Italiana Autobus, non c’è lavoro. Ancora cassa: ultimo anno per gli operai di Flumeri – Orticalab.it

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20