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“Si sperava di non dover vedere mai più, nell’Italia repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, scene come quelle andate in onda, proprio intorno al Giorno della Memoria, al Cara di Castelnuovo di Porto, dove numerosi migranti di colore, donne e bambini inclusi, già integrati nel territorio, sono stati caricati su autobus e deportati in località loro ignote. Si è trattato del primo esempio di applicazione pratica del Decreto Salvini, norme che vanno cancellate dal nostro diritto positivo perché mostrano le caratteristiche devastanti di un virus letale per il nostro ordine democratico”. Inizia così il ricorso di 96 pagine contro il dl sicurezza che la Regione Piemonte ha inviato questa mattina, dall’ufficio postale del tribunale di Torino alla Consulta per chiedere la dichiarazione di illegittimità costituzionale.

Siamo la prima Regione ad aver inviato il ricorso – commenta l’assessora all’Immigrazione, Monica Cerutti – ma presto seguiranno Umbria, Emilia Romagna, e altre. Siamo tutti preoccupati delle possibili conseguenze delle nuove norme, non solo per i migranti ma per tutta la comunità piemontese. Questo atto oltre a essere discriminatorio avrà conseguenze sulla vita di tutti i cittadini. Ad esempio, gli irregolari e i richiedenti asilo non potendo accedere al sistema sanitario, nemmeno per la prevenzione, andranno nei pronto soccorso, con evidenti disagi per tutti”.

Il ricorso, redatto da Ugo Mattei, docente di diritto internazionale, e avvocato, con la collaborazione dell’avvocata della Regione Giovanna Scollo, individua otto profili di incostituzionalità. Tra questi, la mancanza del requisito della necessità ed urgenza indispensabile per poter decretare, con un decreto non si possono fare riforme strutturali mentre la legge Salvini le fa e si abolisce la protezione umanitaria che è prevista dal diritto internazionale. Nel ricorso, la Regione Piemonte scrive, poi, di ritenere che “tale riforma, oltre a essere ispirata a un disegno gravemente incostituzionale di limitazione dei diritti delle persone e di marginalizzazione dello straniero e di quanti, più in generale, si trovino in una condizione di vulnerabilità sociale, incide in modo rilevante sulle prerogative costituzionali delle Regioni e degli Enti locali”.

“Come giurista impegnato da sempre in difesa dei valori costituzionali – spiega l’avvocato Mattei – confido che la Consulta sia conscia della necessità e urgenza, non del decreto sicurezza, come sostiene il governo, ma di intervenire per evitare ulteriori derive di incostituzionalità lesive degli interessi delle Regioni ricorrenti e della credibilità internazionale del Paese”. Entro un mese la Corte Costituzionale dovrebbe fissare una prima udienza. “Speriamo ora – conclude Cerutti – di avere un responso che fermi questa norma pericolosa, che rischia di far diventare, solo in Piemonte, 5mila persone irregolari”.

Sorgente: Dl sicurezza, Piemonte presenta ricorso alla Consulta

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