Sulle armi a Israele il governo ci ricasca. Dopo aver dichiarato che ogni esportazione di armamenti era stata sospesa il 7 ottobre e dopo aver rettificato, di fronte alle evidenze giornalistiche, spiegando che le spedizioni effettuate facevano parte di casi valutati singolarmente, dall’inchiesta pubblicata nel numero di ottobre di Altreconomia emerge che non è stata congelata alcuna fornitura, come dichiarato invece dai ministri Crosetto e Tajani, e Leonardo ha continuato a vendere i propri prodotti allo Stato ebraico, nonostante i bombardamenti a Gaza vadano avanti in maniera incessante, l’apertura di un nuovo fronte di guerra in Libano e le operazioni “mirate” in Yemen, Cisgiordania e Iran.
A confermarlo alla rivista è proprio l’azienda del settore della Difesa, spiegando che si tratta di “assistenza tecnica da remoto, senza presenza di personale nel Paese, riparazione materiali e fornitura ricambi” per la flotta di velivoli addestratori M-346 prodotti da Alenia Aermacchi. Gli M-346 sono, come detto, mezzi da addestramento e non vengono impiegati direttamente sul campo di battaglia, ma usare questa scusa per giustificare l’invio di materiale d’armamento ha poco senso, come spiega la rivista: questi mezzi sono utilizzati dai piloti della Israeli Air Force come addestratori che permettono loro di condurre poi i caccia operativi sui teatri di guerra come Gaza, dove il loro utilizzo è stato massiccio, Libano e Siria. In tutto, anticipa Leonardo, “per l’anno 2024 è previsto un valore complessivo di circa 7 milioni di euro per le attività di supporto logistico per la flotta di velivoli da addestramento M-346”.
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