Una situazione preoccupante, senza dubbio. Anche se non ancora drammatica, al momento rilevata “su migliaia di ettari”, specifica la delibera regionale del 28 agosto “Interventi urgenti in relazione al fenomeno di deperimento e moria di sugherete, leccete e macchia mediterranea in atto nel territorio della Regione Sardegna e programmazione delle risorse disponibili sul Bilancio regionale”. Delibera con la quale la Giunta ha stanziato per il 2024 e i 2025 un milione e centocinquantamila euro, per provvedere alle diverse attività di monitoraggio e ricerca.
“Le cause del fenomeno di deperimento, indagate dal Tavolo tecnico da oltre un anno, sono presumibilmente da addebitarsi al lungo periodo di siccità, originato dalle esigue precipitazioni degli ultimi anni, e al susseguirsi di stagioni particolarmente calde”, spiega a ilfattoquotidiano.it Cesare Moriconi, capo di gabinetto dell’Assessore alla Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi, “Circostanze che non hanno consentito una ripresa delle piante e le hanno rese particolarmente vulnerabili all’attacco di agenti patogeni, causando una diffusa moria in diversi territori della Regione”.
Lo scorso 27 agosto si è riunito in seduta straordinaria il Tavolo Tecnico fitosanitario forestale regionale, presieduto dall’assessora alla Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi con rappresentanti delle istituzioni competenti. Occasione per rivelare che il monitoraggio realizzato, anche utilizzando immagini satellitari e droni, ha evidenziato che “le aree maggiormente colpite includono la Gallura, il Nuorese, l’Ogliastra, la Baronia e il Sarrabus”. “Bisogna distinguere, altrimenti s’ingenera confusione – spiega a ilfattoquotidiano.it Giovanni Piras, direttore del Servizio Ricerca per la tecnologia del sughero e delle materie prime forestali di Agris -. Allo stato attuale del monitoraggio si è constatato che il deperimento che riguarda prevalentemente le sugherete sembra avere carattere puntiforme ed una estensione regionale. Invece il disseccamento che sembrerebbe riguardare prevalentemente le leccete, pur non potendosi escludere la compromissione anche di sugherete, sembrerebbe concentrarsi nel settore orientale della Regione”.
Su disseccamento e deperimento indaga anche l’Agenzia regionale Forestas, raccogliendo dati sulla presenza e diffusione di microorganismi nocivi con particolare riferimento alla specie di Phytophthora, pericolosi agenti di marciume radicale e del punto in cui il tronco si espande alla base dell’albero sulle piante forestali. “La situazione è preoccupante, e lo è da diversi anni: emerge in modo importante anche visivamente nel Sarrabus-Gerrei, in Ogliastra, nell’area di Gutturumannu, e purtroppo anche nel Linas, in Gallura, e nel Mejlogu…per non parlare dell’area del Supramonte e le sue leccete plurisecolari – si legge sul portale di Forestas -. “Altrove si muove silente e sotto-traccia, ma è presente ovunque in Sardegna, come le cause – che sono climatiche. Più in generale: in tutti i versanti e gli ambiti boschivi rimasti in sofferenza dal punto di vista pluviometrico. Non è semplice fare qualcosa”. Anche perché i problemi sono ad ampia scala: “Cause globali ingovernabili a livello regionale. Cambiamenti climatici in primis. Insomma quel che sta accadendo al paesaggio sardo è da addebitarsi a tutti noi. Corresponsabili, in misura variabile, di uno scempio.
Sorgente: ilfattoquotidiano.it