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L’antidiplomatico – Liberi di svelarvi il mondo

di Pepe Escobar – Strategic Culture

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

 

Prima c’è stata l’azione: Il Presidente Putin – sereno, calmo, raccolto – avverte che qualsiasi attacco alla Russia con missili NATO a lungo raggio sarà un atto di guerra.

Poi c’è stata la reazione: I topi della NATO tornano nei bassifondi – in fretta e furia. Per ora.

Tutto ciò è stato una diretta conseguenza della debacle a Kursk. Un azzardo disperato. Ma lo stato delle cose nella guerra per procura in Ucraina era disperato per la NATO. Finché non è diventato chiaro che è tutto praticamente irrecuperabile.

 

Quindi sono rimaste due opzioni.

La resa incondizionata dell’Ucraina, alle condizioni della Russia, che equivale alla completa umiliazione della NATO.

Oppure l’escalation verso la guerra totale (corsivo mio) con la Russia.

Le classi dirigenti statunitensi – ma non quelle britanniche – sembrano aver colto l’essenza del messaggio di Putin: se la NATO è in guerra con la Russia, “allora, tenendo conto del cambiamento dell’essenza del conflitto, prenderemo decisioni appropriate in risposta alle minacce che ci verranno poste”.

Il vice ministro degli Esteri Sergey Ryabkov è stato sinistramente più preciso: “La decisione è stata presa, è stata data carta bianca e tutte le indulgenze [a Kiev], quindi noi [la Russia] siamo pronti a tutto. E reagiremo in un modo che non sarà gradevole.”

 

La NATO di fatto in guerra con la Russia

A tutti gli effetti, la NATO è già in guerra con la Russia: voli di ricognizione non-stop, attacchi di alta precisione ai campi di aviazione in Crimea, costringendo la Flotta del Mar Nero a trasferirsi da Sebastopoli, sono solo alcuni casi. Con il “permesso” di colpire fino a 500 km di profondità in Russia e un elenco di diversi obiettivi già presentato da Kiev per “l’approvazione”, Putin ha chiaramente affermato l’ovvio.

La Russia sta combattendo una guerra esistenziale per la sopravvivenza della Madrepatria – ciò che ha fatto ripetutamente nel corso dei secoli.

L’URSS ha subito 27 milioni di perdite ed è uscita dalla Seconda guerra mondiale più forte che mai. Questa dimostrazione di forza di volontà, di per sé, spaventa a morte l’Occidente collettivo.

Il ministro degli Esteri Sergey Lavrov – la cui pazienza taoista sembra ora esaurirsi – ha aggiunto un po’ di colore al Quadro Generale, attingendo alla letteratura inglese:

“George Orwell aveva una ricca immaginazione e una lungimiranza storica. Ma nemmeno lui poteva immaginare come sarebbe stato uno Stato totalitario. Ne descrisse alcuni contorni, ma non riuscì a penetrare le profondità del totalitarismo che oggi vediamo nel quadro dell’“ordine basato sulle regole”. Non ho nulla da aggiungere. Gli attuali leader di Washington, che reprimono ogni dissenso, lo hanno ‘superato’. Questo è totalitarismo allo stato puro.”

Sorgente: Pepe Escobar – La “pazienza taoista” di Putin e Lavrov sta per finire. I due scenari possibili ora – OP-ED – L’Antidiplomatico


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