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Roma – Comprare missili made in EuropeItalia e Francia, spesso prese a guardarsi in cagnesco (l’ultima contesa? La proprietà della scalinata di Trinità dei Monti a Roma), vanno a braccetto quando c’è da piazzare i propri sistemi missilistici. Come quelli che produce Mbda, la società della difesa aerea nata nel 2001 e controllata da Francia, Italia e Gran Bretagna.

La guerra in Ucraina e quella condotta da Israele hanno fatto riaprire in Europa i dossier dei rifornimenti missilistici. Proteggere i cieli è tornata una priorità, secondo i vertici militari. Da un lato c’è la spinta della Nato, che sollecita una corsa agli armamenti in funzione di deterrenza contro la Russia. Dall’altro c’è la linea politica della Commissione europea. Già in primavera la presidente Ursula von der Leyen ha sostenuto l’idea di uno scudo aereo europeo e nel nuovo gabinetto ha previsto una delega specifica alla difesa, assegnata all’ex primo ministro lituano Andrius Kubilius.

La battaglia dei Samp/T

Tuttavia, l’Iniziativa dello scudo aereo europeo (European sky shield initiative, Essi), avviata già nel 2022 e che oggi riunisce 20 paesi, è a guida tedesca. Che ha scelto di acquistare, oltre a missili domestici, i Patriot made in Usa e sistemi israeliani. Lasciando fuori Samp/T, un sistema di difesa anti-aerea europeo che usa missili terra-aria per intercettare gli attacchi, prodotto dal consorzio Eurosam, composto da Mbda Italia, Mbda Francia e Thales, il campione aerospaziale d’Oltralpe. Motivo per cui Parigi e Roma vogliono controbilanciare la strategia di Berlino. E proporre un modello di difesa missilistica europea realizzato in toto da aziende del continente.

È stato questo il tema della seconda Conferenza sulla difesa aerea e missilistica europea, ospitata al Palazzo dell’Aeronautica a Roma il 16 e 17 settembre. Un vertice con 200 invitati, tra vertici delle forze armate, politici e industriali del Vecchio continente, con un ritornello costante: se l’Europa vuole difendere i propri cieli, deve fare da sé. E rivolgersi a fornitori interni, senza fare affidamento su tecnologie extra-Ue. “Lo scopo è costruire in tutte le parti una industria della difesa europea che non perde autonomia, quando gli alleati non la possono aiutare”, ha detto il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto. Che ha indicato proprio i missili come il settore da cui partire: “In questo campo collaborare è facile, perché i paesi europei hanno già una società comune: Mbda”.

Le spese italiane

Proprio al vertice Crosetto ha annunciato che l’Italia spenderà nuove risorse per i sistemi Samp/T. “Abbiamo ordinato 10 sistemi Samp/T di nuova generazione”, ha dichiarato. Un ordine che raddoppia quello attualmente messo in conto dal Documento programmatico di spesa del suo dicastero per il biennio 2024-226, pubblicato poche ore prima della dichiarazione del ministro. Per acquistare cinque batterie di Samp/T per esercito e aeronautica, i missili necessari, i radar e la logistica, il governo ha messo in conto di spendere 403 milioni nel 2024, 504 nel 2025, 541 nel 2026 e 1,56 miliardi tra il 2027 e il 2029. Circa 3 miliardi. A cui aggiungere altri 664 milioni fino al 2036, quando si chiuderà il programma che, tra le altre cose, deve anche sviluppare nuove munizioni. I Samp/T di nuova generazione (detti Samp/T Ng), dovrebbero essere pronti nel 2026, secondo le stime aziendali.

Ad oggi l’esercito italiano ha in dotazione cinque sistemi Samp/T, mentre sette ne ha la Francia (dove viene chiamato Mamba). Roma e Parigi hanno fornito una batteria all’Ucraina, per difendersi dagli attacchi aerei russi, che però è stata danneggiata. L’Italia ha promesso di rimpiazzarla nel nono pacchetto di aiuti, ma non l’ha ancora consegnata. Al vertice di Roma Crosetto ha detto che “entro fine mese il nuovo sistema Samp/T sarà consegnato all’Ucraina”.

La competizione Francia-Germania

Proprio il dispiegamento dei Patriot statunitensi in Ucraina, da parte di Washington e di Berlino, ha contribuito a dare nuova visibilità e destare interesse sul sistema anti-missilistico dell’americana Raytheon, come scrive Politico. I Patriot sono stati acquistati da 19 Paesi europei e sono stati inseriti nel programma tedesco di scudo aereo. A luglio la Germania ha piazzato un’altra fiche da 1,2 miliardi per un nuovo ordine. Di contro i Samp/T, che pure è un sistema altrettanto avanzato, non hanno avuto la stessa fortuna. Oltre a Francia e Spagna, solo Singapore li ha ordinati. Tre, nel 2013.

Sorgente: Missili, la battaglia per rifornire l’Europa | Wired Italia


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