La premier aveva provato a negare la notizia de La Stampa: “Solo uno spostamento”. Ma il Silp-Cgil: “Abbiamo verificato. Vuole solo la scorta al piano”. Le opposizioni attaccano. Borghi: “Sindrome da bunker”. Serracchiani: “Non si fida dei poliziotti? Cosa nasconde”. Avs: “Intervenga Piantedosi”. M5S: “Basta complottismo”
A parlare è Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato Silp Cgil: «Abbiamo appreso dalla Stampa e successivamente verificato che le poliziotte e i poliziotti in servizio all’Ispettorato di Ps Palazzo Chigi sono stati allontanati dal piano dove si trovano gli uffici della presidente del Consiglio Giorgia Meloni probabilmente per mancanza di fiducia nei loro confronti. Meloni sul suo piano vorrebbe soltanto la scorta, ma non può essere lei a decidere chi e come deve garantire la propria sicurezza. Si tratta di una cosa gravissima, mai accaduta in questi termini nella storia della nostra Repubblica. Una vicenda che ha gettato nello sconforto i nostri colleghi che da sempre con dedizione e spirito istituzionale operano per la sicurezza di chi ha l’onere e l’onore di governare questo paese».
Agenti allontanati dagli uffici di Meloni, Serracchiani (Pd): “La premier non si fida della Polizia?”
L’ispettorato di Ps Palazzo Chigi, ricorda Colapietro, è un ufficio speciale di pubblica sicurezza con competenza dedicata ed è adibito alla protezione del presidente del Consiglio e alla vigilanza della sede del governo. «Nessun premier può allontanare i poliziotti o distoglierli da questo servizio, se ci sono delle criticità documentate vanno rappresentate al ministro competente o al Capo della Polizia che può agire di conseguenza, magari rimodulando l’impiego del personale. Il rispetto delle istituzioni e della democrazia è fondamentale e non può essere messo in discussione. Attendiamo risposte».
La risposta era arrivata parziale un’ora prima, ma non ha convinto i sindacati. La premier aveva provato a ricostruire a suo modo la vicenda, affidando il tentativo di smentita al suo capo ufficio stampa Fabrizio Alfano: «La presidente del Consiglio ha piena e totale fiducia nelle forze di Polizia presenti a Palazzo Chigi. Non cambia nulla, il dispositivo di sicurezza resta lo stesso. L’unica variazione che potrebbe avere innescato questa assurda ricostruzione è il fatto che il presidente del Consiglio ha fatto presente al direttore dell’ispettorato di Palazzo Chigi di rivalutare la presenza di un agente di polizia destinato esclusivamente agli accompagnamenti in ascensore». Dunque Meloni, tramite Alfano, provando a smentire, conferma la notizia. L’agente non ci sarà più. Meloni fa scendere Alfano per dare la sua versione dei fatti poco prima dell’ora di pranzo, non subito al mattino quando la vicenda viene resa pubblica. Gli uffici di comunicazione e il gabinetto di Meloni devono decidere quale versione tenere, anche perché nel frattempo le opposizioni si sono scatenate. Enrico Borghi, capo gruppo di Italia Viva, membro del Copasir, il comitato parlamentare che vigila sugli 007, è il primo ad annunciare che presenterà un’interrogazione parlamentare: «Chi guida lo Stato non si fida dello Stato?» è la domanda che si fa Borghi. Si perché, stando alle ricostruzioni interne a Palazzo Chigi riportate da La Stampa, Meloni sembra non fidarsi più di nessuno. I timori di complotto e di fughe di notizie sono diventate un’ossessione quotidiana della presidente del Consiglio, che ha chiesto di avere vicino a sé solo la sua scorta, selezionata dal caposcorta Giuseppe Napoli, marito di Patrizia Scurti, capo segreteria e ombra di Meloni ovunque lei vada. Borghi mette in fila tutti i fatti delle ultime settimane, dal fatto che la leader abbia avvallato il «feuilleton estivo» della cospirazione immaginaria di un’inchiesta ai danni della sorella Arianna, che sarebbe stata ordita- secondo Il Giornale, testata organica alla destra – anche da Matteo Renzi; fino al caso delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, il ministro della Cultura impallinato dalla sua amante, dopo un’iniziale difesa di Meloni. «La nostra premier vive ormai dentro una sorta di “sindrome del bunker”, di cui abbiamo già avuto prova visto che ad ogni piè sospinto alimenta il complottismo, sempre senza mai fornire riscontri e soprattutto sempre sfuggendo da un confronto doveroso in Parlamento».
Il Pd punta il dito contro la premier attraverso Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del partito, intervenendo in Aula, durante il dibattito sul ddl Sicurezza, che coinvolge direttamente gli assetti e il personale di polizia: «Parlate tanto e siete tanto preoccupati delle forze dell’ordine e poi apprendiamo dalla Stampa che addirittura la Presidente del Consiglio Meloni le considera degli “spioni” e allontana la Polizia a sicurezza del suo ufficio a Palazzo Chigi perché non si fida». Una presa di posizione che Serracchiani rilancia dopo la smentita del sindacato Sil Cgil: «Incredibile: dopo che la notizia è diventata di dominio pubblico la premier a l’ha smentita ma a sua volta lei è stata smentita dalla polizia che cha confermato la vicenda. Una bruttissima storia che va approfondita in ogni suo aspetto. Cose da pazzi». Proprio per avere un maggiore approfondimento anche Alleanza Verdi e Sinistra ha annunciato che presenterà un’interrogazione, e lo farà «per chiedere chiarimenti – spiega il capogruppo in commissione Affari costituzionali Filiberto Zaratti – al ministro competente sulla Polizia, Matteo Piantedosi».
Anche il M5S chiede spiegazioni e denuncia il clima creato dalla premier: «Dopo il complotto della magistratura denunciato da Crosetto a suo tempo, dopo quello estivo made in Sallusti contro Arianna Meloni, dopo quello contro Sangiuliano, oggi è il turno del complottismo contro i poliziotti in servizio a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni non può governare questo Paese vivendo nell’ossessione dei nemici immaginari, deve rendersi conto, dopo due anni, che l’Italia – purtroppo – è nelle sue mani e di quelle dei suoi ministri. Dal primo giorno l’amichettismo e l’appartenenza sono l’unico criterio con cui Meloni assegna gli incarichi»
Sorgente: lastampa.it