Impunità ovunque, aggiunge: in Medio Oriente, nel cuore dell’Europa, nel Corno d’Africa e oltre. “La guerra in Ucraina si sta diffondendo senza segni di cedimento”. La diagnosi di Guterres parla di “sfide mai viste prima” e però nello stesso momento di “divisioni geopolitiche continuano ad approfondirsi”. “Il pianeta continua a riscaldarsi. Le guerre infuriano senza sapere come finiranno. E le posizioni nucleari e le nuove armi gettano un’ombra oscura” è il riassunto drammatico dell’attuale situazione del mondo.
Le sue parole sono quelle di un ennesimo, accorato e in qualche modo quasi disperato appello: “Non possiamo continuare così”. Per contro, però, dice ai rappresentanti degli Stati che “le sfide che affrontiamo sono risolvibili, ma questo richiede che ci assicuriamo che i meccanismi di risoluzione dei problemi internazionali risolvano effettivamente i problemi”. I fattori di insostenibilità sono tre, sottolinea: “Un mondo di impunità, un mondo di disuguaglianza, in cui ingiustizie e torti minacciano di indebolire i Paesi o addirittura spingerli oltre il limite, e un mondo di incertezza, in cui i rischi globali non gestiti minacciano il nostro futuro in modi sconosciuti. Questi mondi di impunità, disuguaglianza e incertezza sono collegati e collidono tra loro”.
Uno dei passaggi più significativi del discorso di Guterres è comprensibilmente sulla crisi in Medio Oriente, dove il conflitto si sta allargando dal disastro umanitario della Striscia di Gaza a un conflitto aperto tra Israele e Libano: “Il popolo del Libano, il popolo di Israele e il popolo del mondo non possono permettersi che il Libano diventi un’altra Gaza” ribadisce il segretario generale dell’Onu con un concetto già usato due giorni fa e puntualmente caduto nel vuoto. “La comunità internazionale deve mobilitarsi per un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e l’inizio di un processo irreversibile verso una soluzione a due Stati”, ha aggiunto Guterres. “Siamo chiari – insiste – Niente può giustificare gli abominevoli atti di terrore commessi da Hamas il 7 ottobre, o la presa di ostaggi, entrambi da me ripetutamente condannati. E niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese. La velocità e la portata delle uccisioni e della distruzione a Gaza non hanno eguali nei miei anni da segretario generale Onu”. La sala dell’assemblea generale al Palazzo di Vetro ha applaudito ripetutamente i passaggi su Gaza e delle sofferenze del popolo palestinese: “Gaza è un incubo permanente che minaccia di portare tutta la regione con sé”.