G7 della Cultura a Pompei, Sangiuliano-Boccia: ecco l’e-mail
Diventa pubblica la comunicazione che prova il coinvolgimento di Maria Rosaria Boccia nei sopralluoghi preparatori al vertice di Pompei
Grazia Longo
ROMA. È molto probabile che, con l’email ormai pubblica, la premier Giorgia Meloni chiederà più di un chiarimento al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
La Stampa aveva anticipato la notizia ieri mattina e in serata Dagospia ha trovato «la pistola fumante». Ha divulgato cioè, in esclusiva, l’email del 5 giugno con cui il sovrintendente del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha inviato anche alla fantomatica collaboratrice (non si comprende a che titolo) del ministro Gennaro Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia, informazioni sul G7 della cultura. Circostanza che, come filtra da palazzo Chigi, ha provocato grande irritazione nella premier pronta a chiederne conto a Sangiuliano.
Nella lettera vengono trattati temi delicati come l’organizzazione dell’importante appuntamento che si terrà a Pompei il 20 settembre. Temi sensibili, che hanno a che fare anche con la sicurezza nazionale e con quella degli altri Stati, di cui vengono informati i più stretti consulenti del ministro. L’email è infatti destinata al consigliere diplomatico Clemente Contestabile e al capo della segreteria del ministro Sangiuliano, Narda Frisoni; quindi alle responsabili delle strutture organizzative e di comunicazione del sito, Maria Antonella Brunetto e Sara Daietti.
Ma alla fine ecco apparire anche l’indirizzo mail della consigliera «fantasma» Maria Rosaria Boccia. Si fa inoltre cenno a sopralluoghi al sito archeologico in cui la biondissima quarantunenne, originaria proprio di Pompei, ha accompagnato il ministro il 3 giugno scorso. Nella comunicazione si legge addirittura la «pianta dei possibili percorsi», indicazioni sulla «cena riservata agli ospiti nella Palestra Grande», e la «possibilità in caso di pioggia di utilizzare i portici». Boccia è sempre tra i destinatari, ma non si capisce perché, considerato che dagli uffici di via del Collegio romano hanno smentito con forza qualunque suo ruolo ufficiale, anche solo come consulente esterna.
Eppure la conferma del coinvolgimento dell’influencer e imprenditrice nella moda Maria Rosaria Boccia nella condivisione di notizie sensibili, che mai dovrebbero uscire dal perimetro degli addetti ai lavori, non sembra affatto scomporla. Anzi. In contemporanea con Dagospia, Boccia pubblica su Instagram una storia per smentire il ministero della Cultura che aveva negato la sua partecipazione al sopralluogo a Pompei. Non solo, con altre due storie ironizza sullo scoop di Dagospia sull’email del 5 giugno e scrive: «Il documento super riservato di cui Dagospia è venuto in possesso impone di accertare i fatti per verificare la talpa».
La sua preoccupazione, insomma, sembra sempre quella di accreditarsi come collaboratrice del ministro – «consigliera per i grandi eventi» scriveva lei sempre su Instagram – invece di spiegare in virtù di quale contratto veniva a conoscenza di notizie importanti e sensibili. Al di là del fatto che la nomina ci sia stata o no (sembrerebbe essere stata solo promessa, e poi smentita perché cassata dall’ufficio di gabinetto del ministero della Cultura) c’è da capire se sia stata messa in pericolo la sicurezza del G7 della Cultura. Alle 19.15, poi, Boccia ha pubblicato un post con una sua foto di spalle (segno forse che vuole uscire di scena? ) con il testo «Segni particolari: se sbaglio chiedo scusa», taggando i giornalisti e il gabinetto del ministero.
Ma ora l’opposizione insiste perché si faccia chiarezza. La capogruppo Pd in commissione cultura della camera, Irene Manzi, chiede «al presidente Mollicone la convocazione urgente della commissione cultura della Camera per potere sentire dalla voce del ministro Sangiuliano la ricostruzione di tutta questa opaca vicenda che ruota attorno a una sua consulente, mai formalizzata, che avrebbe avuto accesso ad atti riservati e sensibili sul prossimo G7 sebbene completamente estranea all’amministrazione del ministero della cultura». Manzi incalza: «Il silenzio di Sangiuliano sta alimentando il sospetto che vi siano ricatti o altre questioni poco chiare che gli impediscono di rendere pubbliche dichiarazioni. Un ministro sotto ricatto non è tollerabile».
E il senatore Iv Ivan Scalfarotto su X attacca: «Meloni non può accettare una simile situazione. Se necessario, siamo pronti alla mozione di sfiducia». E ancora: «Bisogna che il ministro Sangiuliano riferisca al più presto al Parlamento: se non è in grado di spiegare allora si dimetta».
Sorgente: G7 della Cultura a Pompei, Sangiuliano-Boccia: ecco l’e-mail – La Stampa
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