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No ai nuovi euromissili: ci prepariamo ad  affiancare il movimento di resistenza tedesco e a superare la “sindrome di Asterix”

16.08.202

4di Alfonso Navarra – coordinatore dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org)

Tornano gli “euromissili”, dopo la disdetta, nel 2019, da parte della presidenza Trump, del Trattato che nel 1987 li aveva eliminati: questo il dato fondamentale di cui prendere coscienza nel suo significato e nelle sue implicazioni. E nell’obbligo di risposta cui ci chiama.

Sullo sfondo delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente (e di tutti i conflitti armati purtroppo dimenticati), il rischio di escalation anche nucleare si fa molto concreto, distogliendo dalla collaborazione, nella “terrestrità”, indispensabile per affrontare i veri problemi dello stesso disarmo; e della crisi ecologica e sociale. I disarmisti esigenti hanno individuato tre pilastri su cui costruire la risposta: 1) il respiro non locale, ma ampio e generale, non limitato al versante NATO, pur non perdendo l’ancoraggio alle politiche del disarmo unilaterale, garantito anche dal ricorso a tecniche radicali della nonviolenza di base; 2) il riconoscimento del ruolo di battistrada al movimento tedesco, da cui si attendono gli input per la mobilitazione; 3) la capacità di creare alleanze politiche strette con i soggetti di cui ci si può fidare perché mantengono, con la fede nel futuro, una coerenza tra pensieri, parole ed opere.

Su questo aspetto, per avviare una pressione ed un controllo, i Disarmisti esigenti, “novelli Diogene”, sono stati gli unici in Europa a mobilitarsi fisicamente, davanti al Palazzo del Parlamento europeo a Strasburgo, le date della sessione inaugurale della Decima Legislatura, dal 16 al 19 luglio. Ricordiamo che il 18 luglio ha rieletto a capo della Commissione UE Ursula von der Leyen, allargando la sua maggioranza ai Verdi, mentre il 17 luglio una risoluzione “militarista”, senza nessun riferimento a tentativi diplomatici e politici per portare la pace, ha ribadito “il fermo impegno dell’Ue a fornire sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico per tutto il tempo necessario a garantire la vittoria dell’Ucraina”.Per quanto riguarda il primo punto, cioè il puntare al disarmo generale, sono importanti due aspetti: 1-a) le analisi che documentano come il riarmo nucleare intermedio sia oggi praticato anche dalla Russia; 1-b) l’esperienza del Cruisewatching che, negli anni Ottanta del secolo scorso, contribuì, durante l’ultima fase del movimento europeo, a sostenere il processo che portò, nel 1987, all’accordo tra Reagan e Gorbaciov. Per quanto riguarda la situazione del movimento tedesco, dobbiamo registrare al momento una situazione che possiamo definire letargica. Un editoriale, a firma Heribert Prantl, apparso il 21 agosto 2024 su Il MANIFESTO quotidiano, dal titolo “Dove è finito il movimento pacifista?”, esprime l’imbarazzo di un attivista (giornalista) colpito dal silenzio del movimento tedesco.  Sulla stessa edizione cartacea del giornale un altro articolo ricorda che, secondo l’ultimo sondaggio Civey, un tedesco su due è convinto che gli euromissili porteranno all’ecalation del conflitto con Mosca. Insomma, non c’è entusiasmo popolare per il nuovo riarmo, specialmente nucleare, anche se la sponda per questo sentimento, la cui intensità è tutta da misurare, è comunque, al momento, raccolta da forze come gli scissionisti della Linke che fanno capo alla Sara Wagenknecht e soprattutto al partito di estrema destra AFD. Lo possiamo attribuire, questo stato dormiente del movimento, a tre fattori: 1) la posizione dei Verdi e della Sinistra radicale di fiancheggiamento di quella che questi soggetti politici, con influenza sugli attivisti sociali, considerano la “resistenza partigiana ucraina”; 2) la “sindrome di Asterix” che affligge parti consistenti dei movimenti di base: vale a dire l’idea che le lotte vanno gestite, nella dimensione locale, ma con valore simbolico universale, per creare “zone liberate” dalla oppressione dell’Impero; 3) la sottovalutazione del rischio nucleare nel momento culturale in cui non si vogliono affrontare, per paura del baratro su cui si danza, “problemi troppo grossi” (ma tutto sommato contenibili ai livelli di guardia) nella illusione che “le élites non saranno tanto stupide da autodistruggersi”. In questa pagina web ci occupiamo di tutta la problematica sopra delineata, cominciando con un articolo sulla “sindrome di Asterix”, propedeutico all’incontro on line del 1 settembre 2024, proseguendo con le analisi sul riarmo nucleare intermedio, riportando i commenti e gli articoli pubblicati da “Il  MANIFESTO”, e infine proponendo la nostra presa di posizione del 16 agosto 2024.  Per il 1 settembre 2024, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, abbiamo organizzato una discussione online su piattaforma Zoom. Entra Zoom Riunione: No ai nuovi euromissili: affiancare il movimento tedesco e superare la sindrome di Asterixhttps://us06web.zoom.us/j/89502937624?pw

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