L’occupazione estende la detenzione del giornalista Rasha Harzallah fino al 13/10/2024
🔴 L’associazione palestinese dei Prigionieri aggiorna i dati più importanti sui giornalisti nelle carceri dell’occupazione
Ramallah – L’associazione palestinese dei Prigionieri ha affermato che il tribunale militare dell’occupazione di (Salem) oggi, domenica, ha prolungato la detenzione del giornalista Rasha Harzallah (39 anni) di Nablus, fino al 13/10/2024, alla luce di ciò che l’occupazione chiama incitamento.
L’associazione palestinese dei Prigionieri ha spiegato che questa proroga è la quinta emessa contro la giornalista Harzallah, arrestata il 2 giugno dopo essere stata convocata per indagini nel carcere di Hawara. È la sorella del martire Muhammad Harzallah.
La giornalista Harzallah è tra i circa (94) giornalisti che sono stati arrestati dall’inizio della guerra genocida a Gaza, l’occupazione continua impunemente ad arrestare i giornalisti, l’ultimo dei quali è il giornalista Hamza Zyoud di Jenin, arrestato all’alba di oggi, tra i giornalisti.
Cinque giornaliste: (Rula Hassanein, Bushra Al-Taweel, Asmaa Ahrish, Rasha Harzallah e la studentessa di giornalismo dell’Università di Birzeit, Amal Shujaia), e almeno (16) giornalisti di Gaza, di cui abbiamo potuto confermare l’identità, e tra i giornalisti (17) sono in arresto amministrativo.
È interessante notare che le autorità di occupazione, dall’inizio della guerra di genocidio, hanno intensificato la politica di arresto dei giornalisti, in particolare attraverso la politica di detenzione amministrativa con il pretesto dell’esistenza di un “dossier segreto”, che ha colpito migliaia di cittadini. , per imporre maggiore controllo e supervisione sul lavoro giornalistico e nel tentativo continuo di privare i giornalisti del loro diritto alla libertà di opinione, di espressione e di esercizio della loro professione.
Oltre al reato di detenzione amministrativa, gli occupanti hanno utilizzato la detenzione sullo sfondo della cosiddetta (incitamento) attraverso i media in cui lavoravano e le piattaforme dei social media, che si sono trasformati da strumento per la libertà di opinione e di espressione in un strumento per prendere di mira giornalisti e palestinesi in generale, come appaiono le accuse presentate contro i giornalisti. Lo sfondo di (incitamento) è l’insistenza dell’occupazione nel perseguire i giornalisti sulla base del loro lavoro giornalistico senza una giustificazione legale per questi arresti Nella stesura dei termini di ciò affermazioni (incitamento), l’occupazione le ha deliberatamente rese vaghe, senza specifiche chiare, in modo da poterle usare come arma contro i giornalisti in particolare, e contro i palestinesi in generale, e metterli in prigione
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