Aveva ragione Cirino Pomicino nel definire Daniela Santanchè senza vergogna. La sua esibizione in Senato lo ha confermato una volta di più. Indispettita per essere stata messa con le spalle al muro dalle rivelazioni delle sue malversazioni societarie, di cui anche quotidiani tutt’altro che nemici hanno fornito conferme, non ha fatto altro che seguire il refrain del più puro berlusconismo d’antan: attaccare media e magistrati, in linea peraltro con i sodali internazionali del suo partito al potere in Polonia e Ungheria.
Tuttavia non è solo il ministro del Turismo a essere senza vergogna. È una caratteristica condivisa dal governo e dalla maggioranza nel suo complesso. Qualche esempio. Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, oltre a descrivere i migranti come carichi a perdere, è arrivato a negare l’evidenza, e le sue responsabilità, nella tragedia di Cutro.
Buon secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che balbetta di informazioni segrete ma non troppo se divulgate dai suoi sodali di governo, per arrivare a dare il la all’evasione fiscale di massa, argomentando le difficoltà a pagare le tasse dei poveri imprenditori (che, notoriamente, non possono permettersi un commercialista). Il ministro dell’Agricoltura e del Made in Italy, Francesco Lollobrigida, da par suo ha rilanciato messaggi xenofobi conditi di complottismo paventando la “grande sostituzione” della razza bianca da parte degli immigrati di colore, un topos della estrema destra razzista di tutta Europa. Tanto per capirci, era proprio questo il rovello che tormentava Anders Breivik, il norvegese che sterminò 77 giovani socialisti perché li riteneva responsabili di quel progetto.
Per rimediare al disastro Lollobrigida ha fatto la parte dell’ingenuo e dell’ignorante, di chi non sa quello che dice. Invece, chi viene dal quel mondo come il nostro ministro, sa benissimo cosa significhi grande sostituzione, dato che non è una espressione del linguaggio comune. Abbiamo poi il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che benché non avesse bisogno di alcun nuovo elemento per essere screditato agli occhi di una opinione pubblica decente, ha offerto un’altra perla del suo stile triviale e sessuomane, discettando di imprese erotiche al museo Maxxi di Roma. Dopo una tale esibizione, che sarebbe istruttivo proiettare in contesti europei per vederne le reazioni, le sue dimissioni sarebbero state imposte nel giro di un nanosecondo.
Ma inutile sperare: la civiltà delle buone maniera è stata sepolta da vent’anni e più di egemonia culturale forzaleghista. Infine, e soprattutto, sono senza vergogna quei politici che hanno linciato il deputato Soumahoro per gli illeciti compiuti dalla sua famiglia, a cui lui era del tutto estraneo, mentre oggi reggono la coda a Santanchè: una pletora di urlatori razzisti che non esitano a comportarsi in parlamento come ultras delle curve quando parla Souhamouro, sommergendolo di urla e ululati, al punto che meriterebbero anch’essi un daspo come ai tifosi che dileggiano i calciatori di colore. Questo governo di incompetenti e di sguaiati dovrebbe trovare un argine in una opposizione compatta e battagliera. Invece, è più attenta a distinguersi che a cooperare per proporre una alternativa.
(PIERO IGNAZI – editorialedomani.it)
Sorgente: Il governo che ha messo al bando la vergogna – infosannio – notizie online
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