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Un’azienda partecipata da Anna Paratore vuole riqualificare il litorale. Poi viene venduta e finisce a un network tra Panama e Lussemburgo

Anna Paratorela mamma di Giorgia Meloni, non era soltanto la scrittrice di romanzi d’amore della Garbatella, come tutti i suoi biografi, a partire dalla figlia, hanno sempre raccontato. Mentre scriveva in anonimato storie di cuore, era anche socia di diverse aziende le cui proprietà, nel corso degli anni, si sono via via perse in complicatissimi giochi di scatole cinesi: da Roma, all’Inghilterra passando per i paradisi fiscali di Panama e Lussemburgo.

 

Come Repubblica ha potuto ricostruire, tutto si muove tra il 1998 e il 2002 proprio quando iniziava la vera storia politica della presidente del Consiglio. Ma la data cruciale è il 14 febbraio del 2002, il giorno di San Valentino. In quella data, infatti, un amore si interrompe: è quello della mamma della futura premier con due delle società nelle quali aveva quote insieme con il suo ex compagno (recentemente condannato per bancarotta fraudolenta), Raffaele Matano. Si tratta – come Repubblica ha raccontato nei giorni scorsi – della Lazio Consulting e della Mr Partners. Non erano aziende qualsiasi: la Lazio Consulting – la cui proprietà era per il 90 per cento della Mr Partners e per il 10 della signora Paratore – aveva presentato sei delle 162 proposte di progetto per la trasformazione del litorale romano nell’ambito del Patto Territoriale Ostia-Fiumicino, per un valore di 90 milioni di euro circa. Un progetto che evidentemente faceva gola a molti. La D Construction Limited compra infatti per 51mila euro il 10 per cento della Paratore e qualche settimana dopo per 431.160 euro il 90 per cento della Mr Partners. Ma chi sono quelli della D Construction?

 

Da Ostia a Panama

Per dare una risposta bisogna fare un salto indietro. Al 30 novembre del 2000. Quel giorno, nel cuore di Panama, al secondo piano del lussuoso palazzo vetrato Frontenac, entra un uomo. È un avvocato, si chiama Jaime Eduardo Alemán e dopo aver percorso i corridoi in parquet bussa alla porta di un notaio. Si presenta “in qualità di socio dello studio legale Alemán, Cordero, Galindo & Lee” – uno studio che anni dopo apparirà nei Pandora Papers, l’inchiesta sui paradisi fiscali – e deposita l’atto di costituzione di una società, la Fayson Trading s.a. I due firmatari dello statuto sono Andrés Maximino Sánchez John Benjamin Foster. E anche loro compariranno in una fuga di notizie sui Paesi a fiscalità ridotta. Gli amministratori dell’azienda sono tre persone che hanno la residenza legale anche in un altro paradiso fiscale (le Isole del Canale). Uno di loro, John Trevor Greer Donnelly, compare nell’archivio dei Panama Papers, un’altra inchiesta sui paradisi fiscali. Creata l’azienda a Panama, la mossa successiva è vincolarla all’Europa, e così succede il 23 febbraio 2001, quando tale Edna Nino costituisce la D Construction Limited presso la Companies House del Regno Unito. La società dichiara di avere sede legale al numero 1 di Knightrider Court. In questo indirizzo c’è l’ufficio di una società di consulenza per cui lavora Edna Nino che apre, chiude e gestisce aziende per conto di terzi. Il capitale sociale è composto da 100 azioni, di cui solo una è di proprietà di un’azienda britannica, la Easycircuit Limited. Il restante 99% appartiene alla Fayson Trading: siamo a Londra, quindi, ma in realtà siamo a Panama.

E da Panama in Lussemburgo

Ma non basta. Perché poi succede altro. Sempre nel 2002 viene creata a Roma la Lunghezza Immobiliare, una srl “unipersonale a responsabilità limitata” costituita da un’altra società, la Polired s.a., con sede in Lussemburgo e fondata appena una settimana prima, il 10 luglio, da due cittadini italiani che lavoravano nel Granducato per una società di consulenza internazionale. Il 29 luglio 2002, la Lazio Consulting, che era già stata venduta alla D Construction, realizza una strana operazione. “Trasferisce a Lunghezza Immobiliare srl, che …. acquisisce il ramo di attività avente per oggetto l’esecuzione di lavori di costruzione”, rivela un atto notarile in cui si legge: “Si conviene che Lunghezza Immobiliare srl sostituisce Lazio Consulting srl nella partecipazione alle gare, anche se queste sono state sottoscritte con la presentazione di atti e/o documentazione”. Il prezzo del trasferimento è di 10.000 euro.

“Ormai tutto prescritto”

Repubblica ha cercato di chiarire chi fosse il beneficiario finale della rete di società che collega le romane Lazio Consulting e Mr Partners con l’inglese D Construction e, tramite questa, alla panamense Fayson Trading. Rintracciato, il commercialista romano Carlo Stella, che era il “legale rappresentante” della Mr Partners in quell’affare, secondo gli atti notarili, ha rifiutato di essere intervistato. Ha accettato l’avvocato Giovanni Petrillo, “procuratore speciale della società D Construction Limited”. “Non ricordavo che fossi il procuratore della D Construction – dice Petrillo -. Non ricordo nemmeno chi me l’ha chiesto (di essere il procuratore, ndr)” continua. “In realtà, non credo che abbia nulla da nascondere… Sono passati 20 anni e se ho commesso qualcosa consapevolmente o meno, c’è la prescrizione”, sottolinea l’avvocato, nonostante nessuno abbia sollevato questioni legali, ma solo il singolarissimo schema societario. La Fayson Trading e la Polired, nel frattempo, sono state cancellate del registro d’imprese di Panama e del Lussemburgo, rispettivamente, per non presentare bilanci.

 

Sorgente: Giorgia Meloni: la rete di scatole cinesi legata alla mamma. Da Ostia ai paradisi fiscali – la Repubblica

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