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Una mozione della maggioranza benedice il nucleare come «fonte alternativa e pulita per la produzione di energia». Due referendum popolari cancellati in un colpo grazie anche ad Azione e Italia viva che hanno votato con il centrodestra. Per il ministro dell’Ambiente, «il nucleare di quarta generazione è sicuro quanto pulito». Verdi: «Pronti a un terzo referendum». Calenda alleato di Meloni.Ma il sito nazionale dei residui nucleari del passato dovuto per legge da vent’anni? Storiaccia di illegalità e di bugie, che andiamo a ripescare per gli smemorati a Palazzo Chigi.

Ennio Remondino

Un altro salto politico all’indietro

«È come fare un salto indietro nel tempo», ma senza esagerare alla La Russa sino a Ventennio. Solo 36 anni e tornare a prima del 1987, anno in cui con un referendum gli italiani si espressero contro l’energia nucleare. Un no poi ribadito nel 2011 con un secondo referendum, ma annullato l’altro ieri alla Camera col voto su una mozione della maggioranza che introduce anche il nucleare nel mix energetico nazionale come «fonte alternativa e pulita per la produzione di energia».

Fratelli d’Italia nucleare

La mozione era stata presentata alla Camera da 46 deputati di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, e impegna il governo ad accelerare il processo di decarbonizzazione, «e valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia». I consueti auto applausi di Calenda, mentre qualcuno che studia ricorda che «si parla di nucleare di quarta generazione che di fatto non esiste, un nucleare definito addirittura pulito e sostenibile. Una chimera, non esiste in nessun altro paese».

Contributo di Remocontro

A fine giugno il governo Draghi ha commissariato Sogin, la società che da vent’anni doveva mettere in sicurezza una quantità di pericolose scorie nucleari italiane sparse e mal custodite nel Paese, per cui era nata. Intervento opportuno, con qualche magistrato che potrebbe impiegare utilmente il suo tempo andando a ficcanasare il passato. Vent’anni di ‘melina’ e rinvii per decidere dove realizzare il necessario ‘Deposito nazionale della scorie radioattive’, per non dover affrontare le scontate proteste della popolazione locale e pagarne lo scontato prezzo elettorale. Costretti a pagare profumatamente la Francia dove mandiamo le nostre scorie, e altri milioni di multa europea per la reiterata inadempienza.

Venti anni di promesse e furberie

Vergogna Sogin. Il piano iniziale, approvato nel 2001, messa in sicurezza di tutti i rifiuti nucleari entro il 2014 e lo smantellamento delle centrali entro il 2019. Nel corso degli ultimi vent’anni gli amministratori che si sono avvicendati alla guida di Sogin hanno via via ridefinito i tempi e i costi, mentre la Sogin stessa, che doveva durare la breve stagione di un compito tecnico, ha continuato a sopravvivere e ingrassare rinviando. Nel 2010 la scadenza fu spostata al 2025, e 5,71 miliardi di costo. Nel 2017 la scadenza cresce al 2036 e i miliardi a 7,25. Nel 2020 i costi erano saliti a 7,9 miliardi di euro.

95 mila metri cubi di scorie nucleari

Remocontro che si è occupato a lungo della incredibile vicenda, diffida e avverte. Secondo Sogin, nel 2021 lo smantellamento delle scorie, «ha generato attività per 118,3 milioni di euro». Nostri soldi spesi, la traduzione. Di fatto, depositi sparsi per il Paese in attesa del futuro deposito nazionale supersicuro, dove seppellire in eterno 95mila metri cubi di scorie radioattive (e senza centrali in funzione).

Segreto di Pulcinella, codardia politica

Nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2021 era stata pubblicata la mappa delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il nuovo deposito. Se ne parlava da quasi vent’anni e la mappa era pronta dal 2015, ma fino a un anno e mezzo fa era rimasta coperta da segreto. «CNAPI: Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico».

Mappa nucleare e la somma dei No

Non tutte le aree sono uguali: alcune sono più idonee, altre meno. Quelle più idonee sono 12 e si trovano in provincia di Torino (Rondissone-Mazze-Caluso, Carmagnola), Alessandria (Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure) e Viterbo (due aree a Montalto di Castro, Canino-Montalto di Castro, Corchiano-Vignanello, Corchiano). Tutte le altre aree –in Toscana, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna– sono ritenute idonee, ma con una valutazione inferiore rispetto alle prime dodici.

Vecchio ministro alla Camera, «Ipotesi di entrata in esercizio del deposito nel 2029 con individuazione del sito nel mese di dicembre 2023». Vediamo cosa accadrà col nuovo ministro.

Vecchi depositi, bombe ambientali

Nel frattempo la gestione dei vecchi depositi sparsi nelle regioni italiane, finanziata con la bolletta elettrica, è decisamente costosa. Secondo un report CGIL, dal 2001 ad oggi sono stato pagati 3,7 miliardi di euro, ma solo 700 milioni sono stati utilizzati per lo smantellamento dei vecchi impianti: 1,8 miliardi di euro sono stati spesi per la manutenzione degli attuali ‘depositi temporanei’ e 1,2 miliardi per il trattamento del combustibile radioattivo in Francia e nel Regno Unito. E ogni anno lo stato spende 60 milioni di euro per stoccare parte dei rifiuti nucleari all’estero.

Legittimi sospetti

Secondo l’ultimo piano di Sogin, lo smantellamento delle centrali costerà 7,9 miliardi di euro e finirà nel 2036. Noi non ci crediamo. Con più di una qualche buona ragione.

 

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 AVEVAMO DETTO

Smaltire finalmente le nostre vecchie scorie nucleari. Per farne delle nuove?

Il governo ha commissariato Sogin, la società che deve decidere dove costruire un unico grande deposito nazionale di pericolose scorie nucleari che da vent’anni non adempia al mandato per cui è nata. Intervento opportuno, con qualche magistrato che potrebbe impiegare utilmente il suo tempo andando a ficcanasare il passato. Diversi segali dal ministero della ‘Transizione … Leggi tutto Smaltire finalmente le nostre vecchie scorie nucleari. Per farne delle nuove?

Sorgente: Destre e terzo polo per il ritorno al nucleare ma le vecchie scorie sono ancora sparse in giro –

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