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Uno dei documenti riservati del Pentagono finiti online descrive i problemi che le forze di Kiev avrebbero riscontrato nell’uso dei razzi Himars e delle bombe guidate Jdam sabotati da Mosca con interferenze nei sistemi Gps

di Floriana Bulfon

I tecnici russi avrebbero trovato il modo di disturbare le armi statunitensi più avanzate consegnate all’Ucraina, deviando la traiettoria delle bombe guidate Jdam e persino dei razzi Himars, protagonisti delle battaglie della scorsa estate. Uno dei documenti segreti del Pentagono finiti online ed esaminato da Politico descrive i problemi riscontrati dalle forze di Kiev nell’uso di questi strumenti bellici.

Il dossier dedica maggiore attenzione alle Jdam, normali bombe d’aereo che vengono trasformate attraverso l’inserimento di un’ogiva con un navigatore che segue le coordinate Gps. In questa maniera possono aumentare il raggio d’azione e ottenere una precisione elevata. Per l’Ucraina questo tipo di ordigni è stato adattato all’impiego di aerei di costruzione sovietica, poiché l’aviazione dispone solo di MiG e Sukhoi. Una novità assoluta che avrebbe dato numerosi problemi.

 

 

I difetti delle Jdam

In alcuni casi, le bombe avrebbero raggiunto l’obiettivo senza esplodere: un difetto dell’innesco che – stando al documento – sarebbe stato successivamente risolto. Ci sarebbero state altre carenze nell’apertura delle piccole ali che permettono alle Jdam di allungare il tragitto e manovrare verso il bersaglio. Non solo: anche le armi “ibride” ottenute unendo un razzo a lungo raggio e un sistema di guida satellitare – concesse dalla Casa Bianca solo a ottobre – avrebbero sofferto lo stesso tipo di guasti.

Le interferenze sul Gps

La questione più importante però riguarda la capacità di Mosca di disturbare con contromisure elettroniche le coordinate Gps, “spezzando” la trasmissione dei satelliti di geolocalizzazione. In questo modo non solo le bombe Jdam ma anche i razzi Himars verrebbero messi fuori gioco. Secondo Politico, il dossier top secret non presenta molti dettagli su queste attività che tecnicamente vengono chiamate jamming. Gli ingegneri russi hanno svolto lunghe ricerche in questo settore, mettendo a punto delle “cupole” che schermano i segnali Gps in un’area di alcuni chilometri, garantendo così la protezione intorno ai depositi di munizioni e carburante, quelli più spesso presi di mira dagli Himars. I reparti del Cremlino avrebbero però testato anche apparecchiature che “sparano” impulsi di disturbo contro razzi e aerei in avvicinamento.

 

 

Un test per la Nato

Le notizie su questo tipo di contromisure sono fondamentali per gli eserciti della Nato. Armi come Jdam e Himars sono state lungamente impiegate nelle operazioni in Medio Oriente contro il terrorismo jihadista, che non disponeva di difese tecnologiche: questa è la prima volta che vengono impiegate contro un avversario che dispone di scudi elettromagnetici. Un test indispensabile per capire se gli strumenti su cui punta l’Alleanza possano essere risolutivi o siano già superati dall’evoluzione delle protezioni russe.

Sorgente: Le carte segrete del Pentagono: così in Ucraina la Russia è riuscita a sabotare le armi Usa – la Repubblica

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