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Castellfollit De La Roca, in Catalogna

Dalla Catalogna alla Castiglia, Comuni e Ong uniscono le forze per ridare vita e abitanti alle zone rurali

«Venire qui è stata per noi un’ancora di salvezza. Ci hanno aiutati e ricevuti con molto rispetto». Jairo e Belkis, Zaida e Ángel, Tulia ed Eduardo sono con i rispettivi figli la speranza di Pareja, un piccolo borgo in provincia di Guadalajara, di meno di 400 abitanti. Come migliaia di persone in fuga, prima di approdare in Castiglia-La Mancia, le tre famiglie avevano pellegrinato in vari centri di accoglienza a Madrid e in Catalogna, senza riuscire a trovare un lavoro o poter pagare un affitto. Ora hanno un’occupazione e fanno parte della nutrita pattuglia di migranti oltre Oceano, che fanno rivivere i paesini della Spagna rurale destinati a scomparire per spopolamento.

Grazie a loro, Pareja può riaprire la scuola e riaccendere la speranza di futuro. Comuni e Ong uniscono le forze e lanciano iniziative perché le famiglie di migranti e rifugiati possano trasferirsi in aree rurali, trovare opportunità di vita e, al contempo, evitare l’estinzione delle piccole località spopolate. La Ong “Pueblos con Futuro” ha ricollocato 25 famiglie latinoamericane in 19 paesini delle province di Guadalajara, Cuenca, Madrid e Saragozza. I municipi mettono a disposizione le case libere, mentre gli enti non governativi provvedono all’accompagnamento delle famiglie, aiutano alla loro integrazione, a quella dei figli a scuola, in alcuni casi anche con microcrediti per far fronte alla cauzione per l’affitto.

Una trentina di famiglie di rifugiati, provenienti in maggior parte dall’Ucraina in guerra, ma anche da Siria, Venezuela, Afghanistan ed Ecuador, si sono trasferite in piccoli villaggi con meno di 500 abitanti, in Catalogna, attratti dall’offerta di un tetto e lavoro promossa dall’Associazione Microborghi della regione e dal governo della Generalitat, per lottare contro lo svuotamento. Al programma pilota “Opportunità 500”, avviato lo scorso settembre, partecipano 25 villaggi catalani e finora ne hanno beneficiano un centinaio di migranti. Da parte sua la Fundación Madrina ha ricevuto oltre mille profughi della guerra in Ucraina, accolti in 1.800 famiglie in 300 paesini rurali dell’intera penisola iberica con il suo programma “Pueblos Madrina, avviato per far fronte all’emergenza umanitaria.

Nell’ultimo decennio, tre municipi su quattro in Spagna hanno perso popolazione, secondo il rapporto “Lo spopolamento della Spagna interna” della Segreteria generale per la sfida demografica, realizzato nel 2021 dalla fondazione Funcas. Le regiorni più colpite, Castiglia y León, Aragon, Castiglia-La Mancia, Estremadura, la Rioja, la Galizia dell’interno e l’Aldalusia orientale. Fra le varie iniziative per affrontare la sfida demografica nelle aree rurali il “Proyecto Arraigo’” guidato dal ministero per la Transizione ecologica, volto ad attrarre medici e personale sanitario nella “España vaciada”. O quello del ministero di Inclusione, previdenza sociale e migrazioni, che sta costruendo nuovi centri di accoglienza a rifugiati in regioni spopolate come la provincia di Soria.

fotografia: Castellfollit De La Roca, in Catalogna – Pixabay

Sorgente: Avvenire.it

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