
Dopo la difficoltà a reperire l’equipaggio per volare in Italia, ora la defezione dell’interprete: “La sua leadership è estremamente pericolosa per quanto riguarda la democrazia nello Stato di Israele”Non troverà tappeti rossi a Roma Benjamin Netanyahu. Non è stato facile trovare un pilota che lo accompagnasse, nessuno idoneo a pilotare il Boeing 777 si è reso disponibile quando la compagnia El Al ha lanciato l’avviso per la candidatura a trasportare in aereo il primo ministro insieme alla moglie Sarah prima a Roma, poi a Berlino, per cui l’aereo si è “ristretto” in un Boeing 737. El Al ha negato che l’improvvisa penuria di piloti fosse dovuta a una protesta politica contro la riforma della giustizia, ma alla fine un equipaggio è stato trovato.
A Roma lo attende una protesta organizzata dalla comunità locale. “Israele deve restare una democrazia, è interesse anche dell’Occidente, non può trasformarsi in una teocrazia” è il messaggio di una la manifestazione prevista per venerdì contro Benyamin Netanyahu e la sua controversa e contestata riforma della giustizia. La manifestazione “Saving Israeli democracy” punta a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana e le istituzioni italiane sulla deriva anti-democratica dell’attuale governo di estrema destra in Israele, che sta cercando di limitare il potere della giustizia con una riforma del sistema giudiziario, spiegano gli organizzatori sulla loro pagina Facebook. Sulla scia delle proteste in corso in diverse città israeliane e all’estero, la manifestazione a Roma, in programma a partire dalle 15 di venerdì, organizzata dal gruppo indipendente “Liberi cittadini israeliani”, composto da esponenti della società civile israeliana in Italia, “punta a preservare il sistema democratico in Israele”.
C’è poi un’altra defezione, quella della interprete. “Mi è stato chiesto di tradurre Benjamin Netanyahu durante la sua prossima visita in Italia. Dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso di rifiutare” scrive su Facebook Olga Dalia Padoa, chiamata a fare da traduttrice durante la visita del primo ministro israeliano a Roma. Padoa ha condiviso in un post su Facebook le sue motivazioni. “Non solo non condivido le opinioni politiche di Netanyahu, ma a mio avviso la sua leadership è estremamente pericolosa per quanto riguarda la democrazia nello Stato di Israele. Di più: se accetto di collaborare alla traduzione delle sue parole, i miei figli non mi perdoneranno”, si legge nel post, “ho cercato di convincerli che si trattava solo di lavoro, e che se avessi rifiutato il mio gesto non avrebbe cambiato quasi nulla, ma non erano disposti ad accettare alcuna spiegazione. Mi hanno stupito: di solito sembrano avere poche speranze per il futuro del genere umano in un periodo travagliato e turbolento come questo, e mi incoraggiano sempre ad accettare nuovi lavori. Ma in questo caso sono stati determinati: non collaborano con chi promuove principi fascisti e sopprime la libertà, semplicemente non lo fanno”.