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Il presidente dl Senato: quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS

31 marzo 2023

3′ di lettura

Ignazio La Russa parla di via Rasella e subito innesca la polemica. «Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle Ss, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non», dice il presidente del Senato a Terraverso, podcast di Libero, rispondendo sulle critiche alla premier Meloni circa l’eccidio delle Fosse Ardeatine riferito a «morti italiani»: «Un attacco pretestuoso – ha detto -. Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, certo non gente che collaborava con loro». «Parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre» ribatte la segretaria del Pd Elly Schlein.

«Non ho definito Via Rasella azione “ingloriosa”»

Di fronte alle reazioni alle sue parole La Russa cerca di correggere il tiro: «Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito “una delle pagine più brutali della nostra storia”. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita “ingloriosa” bensì “tra le meno gloriose della Resistenza».

 

Boccia (Pd): inaccettabile ricostruzione storica La Russa

Per il neo capogruppo al Senato del Pd, Francesco Boccia, «è grave che il presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella e della lotta partigiana nel modo in cui lo ha fatto nell’intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti. Mi dispiace per La Russa ma non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l’Italia e i nazifascisti».

Scotto: La Russa sdogana fascisti, indegno e vigliacco

«Le parole di La Russa su Via Rasella sono un atto di revisionismo senza precedenti. Come dire: i partigiani se la sono un po’ cercata. La seconda carica dello Stato non può confondere le vittime con i carnefici. E sdoganare il punto di vista dei fascisti. Indegno e vigliacco». Lo scrive su Twitter il deputato e coordinatore di Articolo 1 Arturo Scotto

Silvestri (M5S): rigurgiti ideologici usati per distrarre

«L’ennesima dichiarazione revisionista del presidente del Senato su quanto accaduto a via Rasella – dice Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera M5S – non nasconde solo rigurgiti ideologici che una destra seria e moderna dovrebbe aver superato, ma anche il palese tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle inadeguatezze di questo governo».

Anpi: e parole di La Russa su via Rasella sono indegne

«Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo tesa ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza». Lo afferma il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo. «Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti – ricorda Pagliarulo – stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani».

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«I partigiani rossi volevano comunismo, non libertà»

Nella sua intervista La Russa ha anche parlato della festa della Liberazione: «Non sarà il primo 25 aprile che celebro, sono andato da ministro della Difesa a rendere omaggio al monumento dei partigiani, ho portato un mazzo di fiori a tutti i partigiani, anche a quelli rossi che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica ma volevano un’Italia comunista. Chi muore per un’idea e per una scelta ideale, non può mai essere oggetto di avversione».

Sorgente: La Russa: «Via Rasella pagina tutt’altro che nobile». Schlein: inaccettabile – Il Sole 24 ORE

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