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di Andrea Ducci

Il governo si dice pronto a risolvere il problema. Lo stop alla cedibilità dei crediti legati ai bonus edili e, soprattutto, l’urgenza legata allo sblocco di 19 miliardi di euro nei cassetti fiscali che le imprese non riescono a farsi liquidare dal sistema creditizio, sono le urgenze oggetto degli incontri a Palazzo Chigi con banche e imprese. Le aperture dell’esecutivo indicano principalmente due soluzioni: l’utilizzo degli F24 per ampliare i margini di intervento delle banche nell’acquisto dei crediti di imposta, oltre che la conferma del meccanismo di cessione del credito nel caso di lavori edili legati a interventi post sisma e di famiglie a basso reddito.

A farsi carico di rassicurare le associazioni di categoria è una corposa delegazione guidata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Già nel corso della mattina una riunione al ministero dell’Economia serve a definire il perimetro di intervento per individuare una soluzione. A discuterne sono il ministro Giorgetti con Cdp, Abi, Sace e Agenzia delle Entrate.

Un primo confronto proseguito nel pomeriggio a Palazzo Chigi che fissa le mosse per lo sblocco dei crediti da condividere nell’incontro con Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative italiane, Cna e Confartigianato. La nota della delegazione di governo al termine delle riunioni esplicita la «ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Il Governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito nel rispetto delle norme».

 

 

Un segnale apprezzato dalle associazioni che, del resto, si sono presentate all’appuntamento, come detto da Federica Brancaccio, presidente di Ance, con l’aspettiva di «ottenere risposte rapidissime, perché non c’è più tempo». Una premessa che trova riscontro nelle parole di Giorgetti. «La soluzione che noi cerchiamo è sull’intero ammontare dei crediti, 110 miliardi di euro. L’urgenza — spiega il ministro durante il confronto — ora è sullo stock dei crediti che fanno riferimento al settore edilizio, che hanno l’esistenza ad oggi di 19 miliardi di crediti “incagliati”. Lo sforzo che noi facciamo oggi e nei prossimi giorni con i tavoli tecnici è come far sgonfiare questa bolla».

Ai tavoli tecnici spetterà l’analisi delle proposte formulate dalle imprese, individuando le modifiche e i miglioramenti al decreto del governo che la settimana scorsa ha stoppato le vecchie regole dei bonus edili. L’altra sostanziale concessione dell’esecutivo riguarda la risoluzione alla crisi di liquidità delle imprese edili. La strada, come detto, è intervenire affinché le banche acquistino i crediti di imposta delle imprese, compensandoli con le tasse degli F24. Una via d’uscita apprezzata dalle associazioni di categoria. «Abbiamo trovato apertura e grande consapevolezza che vanno sbloccati i crediti pregressi, quindi un’apertura all’F24 che era una proposta nostra e di Abi», spiega Brancaccio di Ance. Dal presidente di Confapi, Cristian Camisa, il suggerimento che «si possa attivare un prestito ponte con la cessione dei crediti da parte di Enel e Eni che hanno la possibilità di prendere questi crediti». Dall’opposizione intanto Conte attacca la premier Meloni per ribadire che è un falso fare credere che i superbonus siano costati agli italiani 2 mila euro a testa.

Sorgente: Superbonus, cessione dei crediti per i redditi bassi: la nuova ipotesi- Corriere.it

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