“La Capitaneria di Porto di Ancona ci contesta, alla luce del nuovo decreto, di non aver fornito tutte le informazioni richieste durante l’ultima rotazione che si è conclusa con lo sbarco ad Ancona di 48 naufraghi”. Medici Senza Frontiere specifica che “la contestazione non è dunque correlata con la missione che si concluse a La Spezia” Il 17 febbraio dalla nave erano sbarcati 48 migranti, di cui 9 minorenni, salvati al largo delle Libia. Le operazioni di accoglienza e assistenza si erano svolte regolarmente e non si erano registrati casi di criticità sanitaria tra i naufraghi.
Lo scorso 25 gennaio la nave aveva cambiato rotta per un secondo soccorso sfidando il decreto del Viminale nonostante avesse un porto già assegnato. Il cambio di rotta era avvenuto dopo aver ricevuto un’allerta su un’imbarcazione di migranti in difficoltà. Una sfida al decreto Piantedosi, la prima da quando il governo Meloni ha varato il nuovo codice di condotta delle ong che si occupano di operazioni soccorso e salvataggio nel Mediterraneo. Non solo: cercando la nave in difficoltà, la Geo Barents – che aveva come porto assegnato La Spezia dopo aver soccorso 69 persone in acque internazionali – si è imbattuta in una terza imbarcazione in difficoltà in zona Sar Libia e aveva tratto in salvo altri 61 migranti, tra cui 13 donne e 24 minori. Quindi aveva rintracciato la terza, un gommone con altre 107 persone a bordo: ora sulla nave della ong si trovano 237 migranti.