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Venosa, durante uno sciopero a rovescio, un giovane bracciante, Rocco Girasole, viene ucciso dalla Polizia ed altri manifestanti vengono feriti.

Siamo nella Lucania degli anni Cinquanta, dopo le lotte contadine e la Riforma Fondiaria. Una Lucania segnata dalla povertà e dall’emigrazione.

L’inverno 1955-56 è rigido, i braccianti senza terra (ancora molti, nonostante la Riforma) soffrono il problema della disoccupazione.

Tra le tante iniziative di lotta per il lavoro, quella del 13 gennaio a Venosa: circa 300 braccianti si muovono per ripulire dal fango via Roma: vi sono finanziamenti per asfaltare la strada ma sono fermi da mesi. L’intervento brutale della Polizia provoca scontri con i manifestanti, la morte di Girasole e cinque feriti.

All’episodio fa seguito la repressione giudiziaria: il 5 novembre 300 carabinieri circondano il centro storico di Venosa, 35 persone sono arrestate; il processo, cominciato il 17 giugno 1957 a Potenza, che coinvolge 27 imputati, si conclude con 12 condanne; in appello i condannati saranno assolti da parte delle accuse. In totale, i braccianti di Venosa sconteranno 19 anni di reclusione.

 

Sorgente: Venosa (Potenza) 13 gennaio 1956: La polizia spara sui braccianti – Osservatorio Repressione

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