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Promotore: Disarmisti esigenti.
Con la collaborazione di: WILPF Italia, Per la Scuola della Repubblica, Bimbi Svegli, Fermiamo la Guerra di Firenze, che aderiscono al digiuno di coerenza pacifista insieme ad altre organizzazioni partners dei Disarmisti esigenti: la LDU, la LOC, IPRI-CCP, Kronos, Il Sole di Parigi, Odissea, Marcia dei Girasoli/Comiso.
Il 10 gennaio 2023 viene sottoposto a voto parlamentare al Senato, il decreto del Consiglio dei Ministri n. 185 del 2 dicembre 2022 per prorogare «fino al 31 dicembre 2023» l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’esercito ucraino al fine di combattere l’invasione russa.
Si tratta di una proroga del provvedimento introdotto dopo l’inizio della guerra dal governo Draghi, che era in scadenza a fine 2022.
In seguito al185/2022, che fa da cornice giuridica, all’inizio del 2023, il governo Meloni varerà il sesto decreto di aiuti militari (e gli eventuali decreti successivi) al governo Ucraino.
Il decreto dovrà essere convertito entro sessanta giorni, quindi ci sarà il voto anche alla Camera dei deputati max fine gennaio- primo febbraio 2023; la norma va a seguire il nodo già sciolto della approvazione delle legge di Bilancio, caratterizzata dall’aumento delle spese militari in ottemperanza delle direttive NATO (raggiungere il 2% del PIL entro il 2028).
I Disarmisti esigenti, tenendo conto di questi dati politici, promuovono un “digiuno di coerenza pacifista”, facendo seguito a un appello portato alla manifestazione del 5 novembre, e a una iniziativa già portata avanti il 13 dicembre, con l’invito ai manifestanti, tramite striscione e volantino, a riconvocarsi quando si sarebbe discusso in Parlamento l’invio delle armi all’Ucraina.
Si parla di “coerenza pacifista” perché, se ci battiamo affinché “tacciano le armi”, ci sembra logico e doveroso darsi da fare per impedire che l’Italia le passi a chi le usa per combattere in guerra.
Verrà esposto dai digiunatori (in presenza: Alfonso Navarra, Ennio Cabiddu, Cosimo Forleo, Giampiero Monaca e Marco Palombo ed altri sostenitori a distanza), lo striscione “OGGI NON ESISTONO GUERRE GIUSTE (PAPA FRANCESCO)”, portato in quel corteo del 5 novembre (dalle 100mila presenze, non una però fattasi viva il 30 novembre e nemmeno il 13 dicembre durante le discussioni parlamentari sulla guerra in Ucraina conclusasi con mozioni.
Li concepiamo, questo digiuno, e questa iniziativa dei presidi, come un giorno di riflessione e di rinnovato impegno per trovare la strada di un rapporto di servizio con il popolo italiano inascoltato per 4 punti fondamentali:
1- Non rifornire di armi e di aiuti militari l’esercito di Kiev (pur solidarizzando con il popolo martoriato dall’aggressione russa. Ma martirizzato anche da una guerra che cresce in intensità e durezza, senza sapere dove si potrà finire all’interno della logica che persegue la “vittoria militare”)
2- Darsi da fare diplomaticamente per “fare tacere le armi” (appunto) ed avviare subito, senza precondizioni, trattative di tregua e poi di pace con l’intervento dell’ONU
3- Non alimentare la corsa al riarmo né convenzionale né tantomeno nucleare. Quindi riduzione delle spese militari e rifiuto di ospitare vecchie e nuove bombe atomiche. Ancor meglio: aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari e comportarsi di conseguenza fuoriuscendo dalla condivisione nucleare NATO
4- Non alimentare una guerra economica parallela con quella militare: le sanzioni energetiche alla Russia, in particolare, risulta chiaro che vanno a danneggiare più i popoli che le élites che profittano dalle guerre.
I digiunatori auspicano che, con il 10 gennaio, e dal 10 gennaio, una pluralità di iniziative fiorisca declinando, con i valori e le posizioni delle varie componenti dell’arcipelago, diverse impostazioni della esigenza sopra indicata, ciascuna libera di esprimersi con le modalità che ritiene opportune.
Per adesioni: [email protected]
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