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Il ministro del la difesa Guido Crosetto – che mercoledì era stato sentito dal Copasir ribadendo la linea del governo esposta già nelle commissioni Difesa di Camera e Senato – insiste:
«I tank possono cambiare le  sorti della guerra, noi forniremo sistemi  anti-aerei». Notizie più dettagliate arrivano da Parigi, in base alle quali, a quan to trapela da fonti
diplomatiche, Francia e Italia sono impegnate insieme per la fornitura all’Ucraina di un sistema di difesa aerea  Samp/T .
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Questi ulteriori aiuti «servono non solo  per salvare l’Ucraina», ma per Crosetto costituirebbero anche «un freno all’escalation che la guerra potrebbe avere  espandendosi fra Paesi. Così invece la  guerra resta tra due nazioni e non si allarga», è la tesi del ministro, intervistato su La7.
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La prossima settimana dovrebbe quindi arrivare il sesto decreto per il sostegno militare all’Ucraina.
Crosetto spiega: “Non esiste un conflitto tra gli italiani e i russi, gli italiani continuano a essere amici dei russi, la contrapposizione in questo momento è dovuta al fatto che Putin ha deciso di invadere l’Ucraina e noi la stiamo difendendo».
L’invio di armi rappresenta una «dolorosa necessità» per l’eurodeputato e candidato di centrosinistra e M5s in Lombardia, il dem Pierfrancesco Majorino.
Ma fra gli alleati c’è chi la pensa diversamente. «La retorica degli arsenali vuoti e dell’indebolimento delle nostre difese, che in un primo momento ha spaventato anche noi, serve solo per giustificare come necessaria, agli occhi di un’opinione pubblica preoccupata, una corsa al riarmo che ingrasserà i profitti dell’industria bellica a spese dei cittadini», sostiene Arnaldo Lomuti, capogruppo del M5s nella commissione Esteri della Camera, che torna a definire Crosetto  «lobbista delle armi».
«Con la guerra non si scherza. Non si possono minimizzare visioni ed atti politici divergenti», interviene Stefano Fassina, promotore di Polo progressista. Definisce un «macigno politico» la spaccatura «seria e profonda» nell’area progressista determinata dal voto sull’ultimo decreto per le armi, che vede «da una parte il M5s e Si, dall’altra il Pd, con Azione e Iv» e in mezzo, «la sorprendente astensione di Europa Verde».

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