Secondo quanto ricostruito, Golino – che non era dipendente della M&C ma di una ditta che si occupa di imballaggio, trasporto e spedizione – si trovava in una delle celle frigorifero dello stabilimento. Si tratta di una struttura molto ampia, estesa alcune centinaia di metri e con i soffitti molto alti. In ognuno dei cinque locali da 100 metri che compongono la cella, ci sono decine di grossi bancali di plastica dove vengono posti i prosciutti e gli altri salumi da confezionare. Proprio una pila di questi bancali ha improvvisamente ceduto, travolgendo Golino. Il corpo del 22enne è rimasto per ore sotto il materiale prima che i carabinieri e i vigili del fuoco riuscissero a estrarlo.
I soccorsi erano stati allertati dalla madre e dal fratello di Golino che lo avevano sentito urlare dal punto del crollo. Disperati, hanno dovuto aspettare che i soccorritori rimuovessero i bancali, per rivedere il corpo senza vita dell’operaio. Le indagini dovranno accertare se ci sia stato qualche errore nel carico dei bancali o se ne fossero stati impilati troppi rispetto al peso previsto.