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Il campo IDP, per sfollati interni, che ospita oltre 54.000 civili ad Abiy Addi, nel Tigray centrale, secondo fonti locali è gravemente colpito dalla scarsità di cibo e medicinali.

Sono 54.000 le persone presenti in questo campo, sfollate dalla guerra genocida perdurata per 2 anni, iniziata il 4 novembre 2020. Oggi per le stime ONU sarebbero 13 milioni le persone in Tigray, stato regionale del nord Etiopia e nelle regioni limitrofe, Amhara e Afar, a dipendere dal supporto umanitario.

Welday G/Maryam, capo ufficio per gli affari sociali della città di Abiy Addi, ha dichiarato che un numero enorme di sfollati provenienti da più zone del Tigray ed ospitati oggi ad Abiy Addi, circa a 100km da Mekelle, soffre di fame e di problemi di salute.

Welday ha aggiunto che queste persone che risiedono in scuole e collegi, si trovano a dover cercare di sopravvivere in mancanza di supporto umanitario e con carenza di farmaci. In città è presente un solo ospedale ed una clinica con scarse forniture sanitarie.

 Bambini all'interno del campo per sfollati di Abiy Addi. Foto: Fornita ad Addis Standard da fonti sul campo
Bambini all’interno del campo per sfollati di Abiy Addi. Foto: Fornita ad Addis Standard da fonti sul campo

Ametechael Ayinekulu, 45 anni, è stata sfollata dalla città di Kafta Humera. Testimonia che si era trasferita precedentemente a Shiraro. Quando le cosa sono peggiorate anche li causa nuovi fronti di guerra, 3 mesi fa è riuscita a scappare con i suoi 6 figli raggiungendo Abiy Addi.

“Sono venuta qui e mi sono registrata come rifugiata tre mesi fa, ma da allora nessuno mi ha dato alcun aiuto umanitario e ho implorato tutta la città di nutrire i miei figli.”

Ha dichiarato al media etiope Addis Standard che questa città era una speranza per lei e i figli attendendosi aiuto, ma non ha ricevuto nulla. Ha aggiunto:

“Inoltre, mi sono preoccupata per mio marito e mio figlio maggiore che ho lasciato a Shiraro durante la guerra perché non so dove si trovino.”

Secondo il funzionario locale il numero totale di sfollati ad Abiy Addi era di 79.350, ma in seguito all’accordo di tregua siglato ad inizio novembre 2022 e a causa della mancanza di aiuti umanitari sufficienti, alcuni sfollati hanno deciso di recarsi in altre città della regione.

Un altro testimone, Weletensay Gebrselassie, 76 anni, fu sfollata quando scoppiò la guerra 2 anni fa e si stabilì a Shire per un anno per poi stabilirsi definitivamente ad Abiy Addi.

“Sono stata a Shire per un anno, dopo che la guerra si è aggravata lì ho viaggiato a piedi per otto giorni per arrivare ad Abiy Addi e stavo mangiando foglie perché non c’era cibo.

Ho perso tutti i miei beni a causa della guerra; mi sono solo salvato. Anch’io [sono separato] dalla mia famiglia. Ma qui non c’è niente, nessuna medicina, nessun cibo e nessun trattamento.”

Welday ha aggiunto:

“Anche se gli aiuti umanitari dovrebbero essere consegnati una volta al mese, i rifugiati stanno soffrendo, quello che distribuiamo alla gente non è stato sufficiente.”

Nonostante gli sforzi delle organizzazioni non governative che hanno e stanno cercando di sostenere ed aiutare le persone, ha sottolineato, non sono riuscite ancora a raggiungerle tutte. Ci sono persone quindi che aspettano ancora un primo contatto per essere aiutate, sfamate e curate.

Questo confermerebbe anche recenti segnalazioni pervenute alla redazione di Focus On Africa per cui missioni umanitarie stanno ancora attendendo l’autorizzazione governativa per poter ricevere medicinali e materiale sanitario per le persone che stanno cercando in tutte le maniere e con ogni mezzo di supportare ed aiutare.

Lunedì 23 gennaio la ICRC Ethiopia per mezzo social comunica che:

“Un altro convoglio è arrivato a Mekelle Tigray, in cui quattro camion carichi di forniture mediche donate dal Ministero della Salute per la distribuzione ai centri sanitari della regione. Questi includono attrezzature mediche, medicinali come insulina e antibiotici, prodotti per la salute materna e infantile.”

Buona cosa, se non fosse per quella donazione del Ministero della Salute: come fosse un’azione straordinaria di governo, come non avesse piena responsabilità nel dover aiutare e supportare il suo popolo.

Martedì 24 gennaio Fuhnwi Jude, portavoce di ICRC Ethiopia, ha condiviso la sua testimonianza diretta:

“Ho incontrato Haftom al Centro di Riabilitazione Fisica di Mekelle, supportato da ICRC.

Ha perso una gamba, dopo un incidente stradale, a causa dell’assenza di assistenza medica nel suo villaggio. L’hanno amputata per mancanza di medicine. Per molti nel Tigray, i bisogni umanitari sono ancora un’urgenza.”

Tigray TV ha citato Debretsion Gebremichael, leader della regione del Tigray che ha dichiarato che gli aiuti stanno entrando in Tigray, dove più di 6,5 milioni di persone hanno un disperato bisogno di aiuto aggiungendo che, nonostante questo, la gente muore ogni giorno a causa della mancanza di medicine e attrezzature mediche.

Lunedì durante la riunione del Consiglio Regionale del Tigray, Debretsion ha sottolineato che secondo l’accordo di tregua, gli sfollati avrebbero dovuto essere riportati alle loro case aggiungendo che “nessun passo importante è stato ancora fatto”

Sabato 21 gennaio il Segretario americano Anthony Blinken ha annunciato che:

“Oggi il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed Ali e io abbiamo discusso dei significativi progressi compiuti finora nell’attuazione dell’accordo sulla cessazione delle ostilità; il ritiro in corso delle truppe eritree è un passo fondamentale per garantire speranza e pace.”

Una delle tante foto trapelate dai social immortala i camion dei soldati eritrei carichi di materiale che viene denunciato come saccheggiato alle persone, al popolo tigrino.

 

Altre foto immortalano camion che espongono la scritta “Game Over ከምዚ ኢና” prendendosi gioco dei tigrini a cui hanno inferto atrocità e abusi sistematici, a donne e bambini fin dall’inizio della guerra genocida.

Sorgente: Etiopia, 54.000 sfollati ad Abiy Addi in mancanza di cibo, medicinali e zone del Tigray bloccate all’accesso umanitario – Focus On Africa –

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