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Secondo il New York Times, dopo mesi l’amministrazione Biden ha iniziato a riconoscere che Kiev deve poter usare le armi americane per colpire le basi da cui la Russia attacca l’Ucraina. Washington non crede in una riconquista militare: ma ritiene decisivo per i negoziati che Mosca capisca che il suo controllo sulla penisola è a rischio

Viviana Mazza

NEW YORK — La linea ufficiale non è cambiata: gli Stati Uniti hanno sempre riconosciuto che la Crimea appartiene all’Ucraina.

Ma da quando la guerra è iniziata, la Casa Bianca è stata attenta ad evitare di fornire a Kiev armi per colpire le installazioni e le truppe russe sulla penisola ed ha chiesto a Zelensky di non usare equipaggiamenti americani a questo scopo.

Le cose stanno cambiando, scrive il New York Times .

Dopo mesi di discussioni, l’amministrazione Biden ha iniziato a riconoscere che bisogna colpire le basi da cui la Russia attacca l’Ucraina, anche se ciò può aumentare i rischi di escalation, secondo i funzionari Usa anonimi consultati dal quotidiano.

La Casa Bianca sta iniziando a pensare che se la Russia capisce che il suo controllo sulla Crimea è a rischio, questo potrebbe rafforzare la posizione di Kiev in futuri negoziati.

La discussione verte al momento sull’autorizzare l’uso eventuale di armi americane già in mano agli ucraini – come i lanciarazzi Himars e i blindati Bradley – per colpire le linee di rifornimento che collegano la Russia alla Crimea attraverso le città occupate di Melitopol e Mariupol: danneggiare la retroguardia renderebbe più difficile ai russi spingere in avanti la linea del fronte.

«Senza la Crimea, crolla tutto», ha spiegato al New York Times Evelyn Farkas, che si occupava del dossier Ucraina durante la presidenza Obama.

I Bradley, insieme ad altri blindati che la Francia e la Germania hanno accettato di inviare, potrebbero essere dunque l’avanguardia di una controffensiva di primavera, secondo alcuni analisti.

La decisione è legata alla volontà di evitare una guerra d’attrito che si protragga nel tempo, come ha spiegato il ministro degli Esteri britannico James Cleverly in visita a Washington.

La Gran Bretagna invierà quattordici tank Challenger 2.

Tuttavia, ciò non significa — sottolinea il New York Times — che l’amministrazione Biden crede che l’Ucraina possa riconquistare militarmente la Crimea (come invece Zelensky continua a ripetere: lo ha fatto anche a Davos, nella mattinata di giovedì).

Inoltre, benché la Crimea sia stata colpita molte volte dagli ucraini, non è chiaro come Putin reagirà se ciò avverrà con armi americane.

Domani al summit di Ramstein in Germania, gli alleati dell’Ucraina discuteranno i nuovi aiuti, incluso il possibile invio di tank. Gli americani si preparano a mandare artiglieria, munizioni e probabilmente veicoli blindati a ruote Stryker, ma non i carri armati M1 Abrams, secondo il sito Politico. La decisione viene attribuita a problemi logistici e di mantenimento dei tank piuttosto che al timore che il loro uso in Ucraina provochi un’escalation del conflitto.

Per il momento il nuovo pacchetto di aiuti non sembra includere munizioni a lungo raggio per gli Himars che permetterebbero di raggiungere la Crimea o il Donbass.

Intanto Kiev lancia l’allarme sull’intenzione di Mosca di intraprendere una nuova offensiva sulla capitale ucraina, con la mobilitazione di 500mila soldati, mentre sono iniziate lunedì scorso le esercitazioni militari congiunte tra la Russia e la Bielorussia.

Sorgente: Crimea, la nuova linea degli Usa: Kiev colpisca le basi russe anche se sale il rischio-escalation

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