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di Rosalba Castelletti

Il leader prova a riprendersi la scena: “Vinceremo”. E schiera i Sarmat e gli Zircon. Medvedev vola da Xi

Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky volava a Washington per strappare nuovi aiuti e armi a Joe Biden conquistando la scena globale, il leader del Cremlino Vladimir Putin ha risposto convocando i vertici della Difesa per fissare in diretta tv gli obiettivi del 2023. Tutti puntati a flettere i muscoli come migliorare la “prontezza al combattimento” delle forze nucleari, reclutare 350mila uomini in più, creare molteplici unità oltre ad aprire due nuove basi navali a Mariupol e Berdjansk nel Sud-Est dell’Ucraina unilateralmente annesso. Il messaggio all’avversario era chiaro: come ha detto il ministro della Difesa Serghej Shojgu, la “priorità” resta “continuare l’operazione speciale in Ucraina finché tutti i suoi compiti non saranno stati svolti”. E per farlo Putin ha assicurato che “non ci sono limiti di finanziamento. Il Paese e il governo danno tutto quello che chiede l’esercito. Davvero tutto!”.

 

La prima reazione al pacchetto da 1,8 miliardi di dollari che gli Usa invieranno a Kiev e che includerà i missili Patriot era arrivata dal portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov: l’invio di nuove armi, aveva detto, “porta a un aggravamento del conflitto e non è di buon auspicio”. Quali fossero i cattivi auspici lo ha chiarito l’incontro, ben coreografato come di consueto, tra Putin e i vertici militari. Le forze armate russe e le loro capacità di combattimento “aumentano costantemente”, si è compiaciuto Putin aggiungendo che “la prontezza al combattimento della nostra triade nucleare” verrà migliorata. Da qui l’annuncio dell’entrata in servizio “all’inizio di gennaio” di due nuovi missili, gli ipersonici Zircon e gli intercontinentali Sarmat, che appartengono alla nuova generazione di armi sviluppata negli ultimi 4 anni da Mosca.

 

Oltre ad annunciare la creazione di nuove basi navali nelle due città ucraine annesse di Berdjansk e Mariupol, Shojgu ha invece chiesto l’istituzione di due nuove entità amministrative militari nella Russia nordoccidentale, tra cui un battaglione in Carelia al confine con la Finlandia. Ma soprattutto ha proposto di portare gli effettivi dell’esercito russo a un milione e mezzo di soldati, 350mila in più rispetto all’obiettivo di 1,15 milioni fissato in agosto, nonché di aumentare “gradualmente” i limiti di età entro i quali si è chiamati a prestare il servizio militare portandoli tra i 21 e 30 anni contro i 18 e 27 attuali. Una riforma necessaria “per garantire la sicurezza” dal momento che “l’esercito russo si oppone alle forze combinate dell’Occidente”, ha spiegato Shojgu dicendosi preoccupato dalla “crescente presenza dell’Occidente ai nostri confini e quelli bielorussi” e dalla sua “volontà di prolungare il più possibile” il conflitto. Una riforma che è un ritorno al passato, alla struttura militare d’era sovietica che la Russia aveva abbandonato in anni recenti per creare unità più piccole e mobili non adatte però ai combattimenti di stampo quasi novecentesco in atto in Ucraina. La proposta, da copione, non ha incontrato alcuna resistenza di Putin che ha anzi promesso che le riforme saranno realizzate “senza danni” per la società e l’economia e senza “militarizzare” il Paese.

Tra la roboante retorica delle minacce e degli annunci al rialzo, è filtrata però anche qualche nota dolente. Putin ha nuovamente ammesso i “problemi messi in luce” dalla mobilitazione, chiedendo alla Difesa di “tener conto delle critiche”, e ha reso omaggio ai caduti. “Le operazioni militari sono sempre associate a tragedie e perdite di vite umane”, ha detto pur precisando che “oggi è meglio di domani” e che “la colpa non è della Russia”. Non è stato che l’ultimo commento in cui ha riconosciuto le sfide dopo che martedì aveva definito “molto complicata” la situazione nelle quattro regioni ucraine annesse e che il 7 dicembre aveva detto che l’offensiva sarà “lunga”.

 

Cautela è arrivata anche da Pechino dove l’ex premier e presidente russo Dmitrij Medvedev, oggi vice del Consiglio di sicurezza, ha incontrato il leader cinese Xi Jinping. Viaggio sintomo del “livello senza precedenti del dialogo politico russo-cinese”, stando al comunicato di Mosca. Mentre Pechino, nella sua nota, è tornata ad auspicare che tutte le parti interessate nel conflitto in Ucraina “esercitino moderazione, conducano un dialogo complessivo e risolvano le preoccupazioni comuni nel campo della sicurezza attraverso mezzi politici”. Invito che finora né Mosca né Kiev sembrano avere accolto.

 

Sorgente: Zelensky negli Usa, la risposta di Putin in tv con i generali: “Nucleare, super missili e 1,5 milioni di soldati” – la Repubblica

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