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Il 13 dicembre verrà sottoposto a voto parlamentare il decreto del Consiglio dei Ministri per prorogare «fino al 31 dicembre 2023» l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’esercito ucraino al fine di combattere l’invasione russa.
Si tratta di una proroga del provvedimento introdotto dopo l’inizio della guerra dal governo Draghi, che era in scadenza a fine 2022.
In seguito ad esso, che fa da cornice giuridica, tra fine 2022 e inizio 2023 il governo Meloni varerà il sesto decreto di aiuti militari all’Ucraina: per quanto ci è dato sapere, si verrà incontro, da parte italiana, alla necessità manifestata da Kiev di di avvalersi di sistemi missilistici di difesa aerea per proteggere le infrastrutture energetiche dagli attacchi russi.
Ma il nuovo pacchetto, ha ribadito il ministro della Difesa Guido Crosetto, passerà in ogni caso dal Parlamento.
Si profila nel voto una ampia “unità nazionale”, trasversale rispetto agli schieramenti destra-sinistra (centro-destra, centro-sinistra), perché le modalità del decreto (segretezza della lista di armi riferita solo al COPASIR) sono le stesse del governo Draghi votate a suo tempo anche da Fratelli d’Italia.
Il decreto dovrà essere convertito entro sessanta giorni, in cui il Parlamento sarà occupato anche ad affrontare il nodo legge di bilancio.
Una parte dell’opposizione annuncia battaglia ma su di essa pesano le accuse di incoerenza e di strumentalità. A prescindere dal grado di fondatezza delle critiche, interfacciarsi con una presenza pacifista in piazza sarebbe per essa un modo per limitare l’isolamento e la cattiva stampa.

I Disarmisti esigenti, tenendo conto di questi dati politici, promuovono un “digiuno di coerenza pacifista”, facendo seguito a un appello portato alla manifestazione del 5 novembre, con l’invito ai manifestanti, tramite striscione e volantino, a riconvocarsi quando si sarebbe discusso in Parlamento l’invio delle armi all’Ucraina.
Si parla di “coerenza pacifista” perché, se ci battiamo affinché “tacciano le armi”, ci sembra logico e doveroso darsi da fare per impedire che l’Italia le passi a chi le usa per sparare.
Siamo contro la guerra e quindi siamo contro a che degli esseri umani si sparino l’uno contro l’altro, a prescindere dalle ragioni e dai torti reciproci. Anche se le ragioni fossero tutte da una parte e i torti tutti dall’altra.

Un presidio si svolgerà, appunto il 13 dicembre, in piazza San Silvestro, dalle ore 11:00 alle ore 17:00, ed esporrà lo striscione “OGGI NON ESISTONO GUERRE GIUSTE (PAPA FRANCESCO)”, portato in quel corteo del 5 novembre (dalle 100mila presenze, non una però fattasi viva il 30 maggio*) promosso da Europe for Peace e dalla CGIL (più altri).
Oggi non ci sono più guerre giuste per due motivi: 1) perché qualsiasi impiego di armi oggi danneggia più gli innocenti estranei che gli implicati direttamente nel conflitto e danneggia la Terra, cioè il corpo vivente di tutti; 2) perché esiste l’alternativa efficace dei metodi di resistenza nonviolenta.
Vi sono, al momento, cinque digiunatori promotori, Alfonso Navarra, Ennio Cabiddu, Mino Forleo, Gianpiero Monaca e Marco Palombo. Altri si aggiungeranno ad essi.
Alfonso Navarra è il portavoce dei Disarmisti esigenti, Ennio Cabiddu segue per l’organizzazione l’obiezione di coscienza alle spese militari e l’opzione fiscale, Mino Forleo è il responsabile di Per la scuola della Repubblica, Marco Palombo è della Rete No War di Roma.
Giampiero Monaca, maestro elementare, è impegnato dal 7 novembre in un presidio permanente a Roma presso la sede del Ministero della pubblica istruzione per tutelare l’esperienza di scuola attiva, all’aperto, cooperativa e partecipata di Bimbisvegli

Dalle 17:00 alle 20:00 del 13 dicembre incontro online su piattaforma zoom al seguente link: (ancora da avviare)

Lo concepiamo, questo digiuno, come un giorno di riflessione e di rinnovato impegno per trovare la strada di un rapporto di servizio con il popolo italiano inascoltato per come andremo spiegando.
Nella consapevolezza che il concetto di “popolo” non coincide con quello di “popolo della pace”, questo ultimo in buona parte identificabile con i manifestanti del 5 novembre.
I digiunatori fanno rilevare che un movimento pacifista indipendente che volesse fare il suo mestiere ed influire politicamente dovrebbe in primo luogo farsi carico dei 4 punti su cui i media all’unanimità riferiscono di un consenso popolare maggioritario.
I punti sono i seguenti:
1- Non rifornire di armi e di aiuti militari l’esercito di Kiev (pur solidarizzando con il popolo martoriato dall’aggressione russa. Ma martirizzato anche da una guerra che cresce in intensità e durezza, senza sapere dove si potrà finire all’interno della logica che persegue la “vittoria militare”)
2- Darsi da fare diplomaticamente per “fare tacere le armi” (appunto) ed avviare subito, senza precondizioni, trattative di tregua e poi di pace con l’intervento dell’ONU
3- Non alimentare la corsa al riarmo né convenzionale né tantomeno nucleare. Quindi riduzione delle spese militari e rifiuto di ospitare vecchie e nuove bombe atomiche. Ancor meglio: aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari e comportarsi di conseguenza
4- Non alimentare una guerra economica parallela con quella militare: le sanzioni energetiche alla Russia, in particolare, risulta chiaro che vanno a danneggiare più i popoli che le élites che profittano dalle guerre.
È questo ultimo punto il contenuto più focalizzato dell’appello che ancora sottoponiamo per le adesioni dal titolo:
SALVIAMO LA TERRA – BLOCCHIAMO LA GUERRA
Revochiamo le sanzioni energetiche contro la Russia che ci separano dalla pace. Indirizziamoci invece verso la soluzione negoziata e cooperativa del conflitto!
PACE SIGNIFICA ANCHE PANE!
I primi firmatari sono:
Alfonso Navarra – Antonia Sani – Luigi Mosca – Moni Ovadia – Alex Zanotelli – Angelica Romano – Luciano Benini – Antonino Drago – Antonella Nappi … e altre/i
Si vada, per leggere il testo al completo, e per sottoscrivere, al link:
https://www.petizioni.com/nonsiamoinguerra-nosanzioni/

I digiunatori auspicano che il 13 dicembre una pluralità di iniziative fiorisca declinando, con i valori e le posizioni delle varie componenti dell’arcipelago, diverse impostazioni della esigenza sopra indicata, ciascuna libera di esprimersi con le modalità che ritiene opportune.

 

Sorgente: GUERRA IN UCRAINA, I DISARMISTI ESIGENTI ANNUNCIANO IL “DIGIUNO DI COERENZA” CONTRO IL DECRETO CROSETTO PER L’INVIO DELLE ARMI ALL’ESERCITO UCRAINO – DISARMISTI ESIGENTI – Spegni i Mondiali Accendi i Diritti

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