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John Elmer
johnhelmer.net

Nel 2019, quando Ursula von der Leyen (immagine di copertina) era stata nominata, come candidata della Germania, alla guida della Commissione Europea, i politici tedeschi del suo stesso partito l’avevano descritta privatamente come troppo stupida e forse anche troppo corrotta per rischiare di averla in corsa per la carica di Cancelliere dopo l’uscita dalla scena politica di Angela Merkel. Fonti militari tedesche affermano che la von der Leyen era stata il ministro della difesa più stupido a memoria d’uomo.

Dall’inizio della guerra, dal mese di febbraio, la von der Leyen non aveva mai detto un briciolo di verità, almeno fino al 30 novembre, quando aveva annunciato che i caduti nell’esercito ucraino avevano superato i 100.000 e che tra i civili erano morte più di 20.000 persone. Nel giro di poche ore questi numeri erano stati rimossi dal resoconto pubblico del suo discorso. L’ammissione della Von der Leyen implicava che il bilancio di guerra per l’Ucraina, tra morti e feriti, fosse superiore alle 300.000 unità e che la somma delle vittime militari e civili avesse già raggiunto il mezzo milione. La Von der Leyen stava confermando le stime russe e contraddicendo la propaganda del regime di Kiev.

A settembre la von der Leyen aveva annunciato il suo sostegno ad un prezzo massimo per le importazioni di gas russo da gasdotto e di gas naturale liquefatto (LNG). Il mese scorso aveva dichiarato che l’Unione Europea era “pronta a partire” con un tetto al prezzo del petrolio russo importato.

Tuttavia, il commercio europeo e asiatico di gas e petrolio non solo contraddice le affermazioni della von der Leyen, ma dimostra anche di trarre vantaggio dalle sue pubbliche menzogne. Nel mercato del gas ci sono nuove prove che dimostrano come i governi francese, olandese e belga stiano permettendo l’acquisto di volumi record di GNL russo importato e la riesportazione, con profitto, di questo gas in altri Stati europei, compresa la Germania. L’arbitraggio – cioè il profitto derivante dall’acquisto di GNL russo al prezzo di vendita russo e dalla successiva rivendita a prezzo maggiorato ai consumatori europei – è così redditizio che i Cinesi stanno dirottando verso l’Europa i volumi di GNL da loro stessi acquistati.

Olga Samofalova, analista del mercato energetico presso Vzglyad , ha scritto ieri di come i mercati stiano sconfiggendo le sanzioni.

 

L’EUROPA VIENE SALVATA DAL GNL RUSSO, NON DA QUELLO AMERICANO

1 dicembre 2022
Testo: Olga Samofalova

Mentre le forniture di gas dalla Russia [via gasdotti] sono sotto stretto controllo, l’Unione Europea (UE) sta tranquillamente acquistando sempre più volumi del secondo tipo di gas russo, il gas naturale liquefatto (GNL). I costi europei per l’importazione del GNL russo sono saliti a livelli record, come ha scoperto Bloomberg. Come mai la Russia ha iniziato a fornire più gas naturale liquefatto all’Europa e, soprattutto, perché gli stessi Europei non vedono nulla di terribile in tutto questo?

Come sapete, Bruxelles ha imposto un embargo sul carbone russo e un embargo sul petrolio che entrerà in vigore tra una settimana. Alcuni Paesi hanno rifiutato la fornitura di gas tramite gasdotti; altri hanno lasciato che i problemi tecnici e burocratici dei “Nordstream” facessero il loro corso. Sostengono di non essersi accorti della distruzione dei gasdotti Nordstream 1 e 2 o del fatto che l’Ucraina non ha risentito della situazione attuale, tanto da ripristinare i volumi di gas in transito attraverso il proprio territorio.

Allo stesso tempo, secondo Bloomberg, nel 2022, i costi europei per l’importazione di GNL russo sono saliti ad un livello record. Quest’anno, l’UE ha aumentato l’acquisto di GNL dalla Russia di circa il 40%. Da gennaio a settembre, l’UE ha speso la cifra record di 12,5 miliardi di euro (13 miliardi di dollari) per il GNL russo, cinque volte di più rispetto all’anno precedente. Si tratta di un boccone amaro per molti Paesi del blocco, che avevano imposto dure sanzioni al Cremlino per privarlo dei fondi necessari a condurre le operazioni militari in Ucraina, scrive l’agenzia di stampa occidentale.

Come mostrano i dati di monitoraggio del traffico marittimo, quest’anno la crescente domanda da parte di Paesi come Francia e Belgio ha contribuito a rendere la Russia il secondo fornitore di GNL dell’Europa nord-occidentale. Al primo posto c’è il Qatar, che tradizionalmente fornisce GNL alla regione europea. Attualmente, nell’Europa nord-occidentale arriva molto più GNL russo che americano, anche se erano stati gli USA a promettere che avrebbero salvato gli Europei con il loro gas, dopo il blocco delle forniture provenienti dai gasdotti russi.

Sorgente: Aria calda in cambio di denaro sonante – Gli Europei preferiscono il GNL russo a quello americano – Come Don Chisciotte

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