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Quattro arresti in carcere, un obbligo di presentazione alla pg e 26 indagati nella maxi inchiesta della Digos

Maurizio Ammendola 41anni di Maddaloni  e Michele Rinaldi  47 anni di Montoro ( Avellino) rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Ordine di Hagal sono due dei quattro destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Napoli su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli ed eseguita nella mattinata odierna dal personale della Digos di Napoli con il supporto della Digos di  Caserta e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – UCIGOS, con il Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni, poiché ritenuti appartenenti ad una associazione sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista, denominata “Ordine di Hagal”, strutturata in maniera verticistica ed  avente sede a Marigliano.

Oltre ad Ammendola e Rinaldi arrestati anche Massimiliano Mariano, 46 anni di Castellammare di Stabia; Giampiero Testa, 26 anni di Marigliano di Napoli.

Associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico sono i reati contestati ai due leader suprematiste nostrani  in quanto ritenuti gravemente indiziati di avere costituito, organizzato, promosso  e finanziato un’associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web dell’Associazione “Ordine di Hagal” e l’utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti,  istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente  carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa.

Oltre ai  due vertici dell’Ordine di Hagal ‘nostrani’, associati presso le case circondariali di Poggioreale ed Avellino, gli altri indagati sono di nazionalità italiana con la solo eccezione di un cittadino ucraino ex militante a cui presumibilmente era affidato il compito di coordinare i campi di addestramento nel casertano e nel napoletano. Gli indagati sono ritenuti responsabili altresì di aver compiuto attività di propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico e di istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici, fondati anche sulla minimizzazione in modo grave e sulla apologia della Shoah.

Una quinta persona indagata è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma, in quanto gravemente indiziata del delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa poiché attraverso Facebook scambiava,  diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web, in modo che derivasse concreto pericolo di diffusione, di ideali neonazisti e suprematisti  fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra.

Nell’ambito della maxi operazione antiterrorismo sono state eseguite anche 26 perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche, nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti dei simpatizzanti della cellula neonazista ,suprematista e negazionista di cui alcune risultano nel registro degli indagati  ed altre emergenti dalle indagini, poiché in contatto con le persone arrestate attraverso i social ed i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.

L’indagine, iniziata nel 2019, svolta con numerosissimi servizi tecnici di intercettazione, telefonici, ambientali, di captazione informatica e con l’impiego prolungato di personale della DCPP-UCIGOS specializzato in servizi di osservazione controllo e pedinamento, ha dimostrato l’esistenza di una associazione i cui componenti hanno tenuto condotte riconducibili all’agire di gruppi organizzati di stampo neonazista, con campagne di apologia del fascismo, negazionismo della shoah, incitazione all’odio razziale e all’antisemitismo attraverso chat e canali sulle principali piattaforme di messaggistica istantanea, in particolare Telegram, nonché ad una costante attività di addestramento paramilitare, anche frequentando, all’estero, corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all’utilizzo di armi da fuoco, sia corte sia lunghe. Sono emersi, altresì, contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine: “Battaglione Azov”, “Pravi Sector”, “Centuria”, verosimilmente in vista di possibili reclutamenti nelle fila dei citati gruppi combattenti.

Le 26 perquisizioni di oggi fanno seguito alle 30 già eseguite a maggio ed ottobre 2021 che hanno consentito la raccolta di numerosissimo materiale di propaganda, proiettili, armi soft air, abbigliamento tattico e ulteriori importanti elementi indiziari che hanno suffragato la tesi investigativa. In particolare, dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati è emerso un canale Telegram, denominato “Protocollo 4”, elemento di contatto fra gli iscritti all’ “Ordine di Hagal” e costante strumento di diffusione e propaganda di teorie naziste, negazioniste, violente e suprematiste.

Dai numerosi servizi tecnici di captazione è emerso, altresì, la dichiarata volontà di alcuni degli indagati di compiere eclatanti azioni violente, sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle Forze di Polizia.

Sorgente: Sgominata cellula neonazista Ordine di Hagal: addestramenti militari e contatti col Battaglione Azov

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