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KARIMA MOUAL

Ci risiamo. Sono passate appena due settimane dal giuramento del governo più di destra che abbia conosciuto la nostra Repubblica, che già si ripropone l’evocazione del vecchio nemico e cavallo di battaglia, l’immigrazione attraverso gli sbarchi, con altrettanto fallimentari propositi per affrontarlo. Ed eccoci di nuovo a sentir parlare di invasione, chiusura dei porti e difesa dei confini, la criminalizzazione delle navi Ong ( navi pirata, l’ultima della presidente Meloni), e l’Europa che ci lascia soli.

Intanto, alle nostre coste mille persone continuano ad attendere a bordo delle navi di Ong. Con loro molti minori salvati in mare ma bloccati da giorni senza la possibilità di sbarcare, con una situazione a bordo in continuo peggioramento ma a favore di una cronaca e un dibattito utile, secondo la solita e consumata strategia della Lega e ora Fratelli d’Italia, utile a gonfiare l’ennesima sceneggiatura, di un fronte politico che vuole far credere al suo elettorato come solo lui abbia il pugno duro sul blocco del migranti.

E non importa se i numeri ci indicano come il ruolo delle Ong nel recupero di vite umane sia una percentuale esigua (16%), rispetto a quello della Guardia costiera italiana o ai dei barchini che riescono comunque ad arrivare in autonomia sulle nostre coste. Dall’insediamento del governo Meloni sono sbarcati oltre 9 mila migranti. Solo 985 sono stati soccorsi dalle navi umanitarie sulle quali si punta il dito sino a fare il muro contro muro con la Germania, invitandola a farsene carico perché c’è di mezzo una nave batte bandiera tedesca.

Ecco, fermiamoci un attimo anche nell’interesse del nostro stesso Paese, perché un conto è la propaganda da campagna elettorale o di opposizione e un altro è la narrazione di un governo appena nato che non ha capito come la fantasia – per non dire cialtroneria – può scontrarsi con la realtà dei numeri e dei fatti che potranno solo travolgerci nei prossimi anni, se non si cambia registro. Perché può essere definito solo come dilettantismo politico quello che ha visto Giorgia Meloni puntare il dito contro due partner europei come Germania e Francia sulla questione della condivisione dei rifugiati, approfittando del fatto che ci sia una Ong che batte bandiera tedesca. E ci sono almeno due motivi per spiegarlo. Il primo, anche per sfatare un po’ la leggenda che siamo solo noi a subire il fenomeno migratorio: nel 2021 il Paese europeo che ha accolto di più è la Germania con ben 191 mila richieste di asilo, quasi un terzo del totale, seguita dalla Francia con 121 mila, la Spagna con 65 mila, mentre l’Italia è solo quarta con 53 mila.

Il secondo motivo è che l’ostacolo alla condivisione di questa tragedia umanitaria che i nostri sovranisti e patrioti declinano con sbarchi di clandestini e fantomatici blocchi navali, sono soprattutto i loro stessi amici con i quali condividono la stessa politica di chiusura, da Le Pen in Francia a Vox in Spagna. Per non parlare del gruppo Visegrad unito e forte contro il nostro interesse nazionale di far convergere più cancellerie europee a pensare a una politica europea di condivisione di un fenomeno globale, anche perché le coste italiane non sono quelle della Germania, che di certo non si affaccia sul Mediterraneo.

Ecco, ci conviene davvero questa ennesima sceneggiata, che non solo tortura ulteriormente persone già provate con vite lacerare lasciate alle loro spalle, ma ci allontana anche emotivamente da chi invece ci è stato vicino in questi anni? L’Italia è un Paese geograficamente esposto a quanto accade a sud del Mediterraneo. Non sarebbe utile e urgente farsi promotori di un’iniziativa speciale con i Paesi del Mediterraneo, come è altrettanto impellente, che chi ci governa attualmente metta da parte l’armamentario propagandistico della campagna elettorale per entrare finalmente nel mondo della realtà? Provando magari a mettere al centro l’interesse nazionale, studiando l’impossibile per convincere proprio quei Paesi e quei movimenti politici amici ideologici, più scettici, che su questo tema sono invece i nostri peggiori nemici.

P.S. Sempre sulla differenza tra realtà e propaganda. Attenzione a usare la parola invasione e l’argomento che tutti i rifugiati non possiamo accoglierli in Italia. L’86% dei rifugiati internazionali è accolto in Paesi in via di sviluppo, o al più intermedi, perlopiù confinanti con il Paese da cui provengono le persone in fuga. Quasi sette milioni sono accolti in Paesi poverissimi, quelli che occupano le ultime posizioni secondo l’indice di sviluppo umano dell’Onu.

Sorgente: Migranti, l’eterna propaganda di Giorgia – La Stampa

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