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Il neo presidente brasiliano alla Conferenza sul clima: “Fermeremo la deforestazione e le attività illegali che con un governo disastroso (di Bolsonaro) hanno devastato l’ambiente”, ha detto ricordando l’urgenza di un accordo per aiuti finanziari ai Paesi vulnerabili

di Luca Fraioli

SHARM EL-SHEIKH. “Il mondo aveva saudade, nostalgia, del Brasile. Beh, il Brasile è tornato”. In una Cop rimasta orfana di Greta Thunberg e di stelle dello showbusiness come Leonardo DiCaprio, l’unica vera star è un uomo di 77anni accolto da cori da stadio: olee, olee, olee, Lula, Lula…
Luiz Inácio Lula da Silva ha visitato la Conferenza Onu sul clima da “osservatore”, dovendo attendere il prossimo gennaio per entrare ufficialmente in carica come nuovo presidente del Brasile, dopo la vittoria al ballottaggio contro Jair Bolsonaro dello scorso 30 ottobre. Ma in qualunque padiglione si sia fermato ha trovato ad attenderlo selve di telecamere e folle di curiosi-ammiratori. “È l’unico leader politico a cui sia stata mai riservata una accoglienza del genere in una Cop”, confessa un funzionario che di Conferenze sul clima ne ha viste parecchie.

 

E Lula in effetti non ha deluso le attese degli attivisti, che gli hanno perdonato perfino la gaffe di essere arrivato in Egitto a bordo del jet privato del suo amico imprenditore José Seripieri Junior. Nel tardo pomeriggio, in una sala affollatissima e con centinaia di persone rimaste fuori, ha preso la parola per esporre la visione climatica del “suo” Brasile: “Fermeremo la deforestazione dell’Amazzonia, che negli anni di Bolsonaro è cresciuta del 73%. E puniremo severamente tutte le attività illegali, da quelle agricole a quelle minerarie, che mettono a rischio la foresta pluviale”.

Non solo: ha candidato ufficialmente il Brasile a ospitare la Cop30, quella che si terrà nel 2025. Data più che simbolica: dieci anni dagli Accordi di Parigi. “Proporrò all’Onu di farla proprio in Amazzonia, così che tutti i partecipanti possano rendersi conto di quanto sia importante questa parte di mondo”. Ha annunciato la nascita di un ministero dei Popoli indigeni, “perché possano essere protagonisti della loro stessa salvezza”. Non ha risparmiato fendenti al predecessore (ancora in carica) Bolsonaro e al suo negazionismo climatico: “Un governo disastroso che ha devastato l’ambiente”. Ma ha criticato anche i Paesi ricchi che non mantengono le promesse sul clima. “Nel 2024 il Brasile avrà la presidenza del G20”, ricorda. “Sarà l’occasione per ribadire ai Grandi che non si possono prendere impegni e poi disattenderli, come stanno facendo con i 100 miliardi di dollari all’anno dal 2020 al 2025 che avrebbero dovuto dare ai Paesi in via di sviluppo”.
 

Nelle ore precedenti, a dispetto del suo ruolo di “osservatore”, Lula era stato ricevuto dai protagonisti principali della Cop27, a cominciare dall’Inviato speciale americano per il clima John Kerry e dal plenipotenziario di Pechino Xie Zhenhua. Kerry si è detto sicuro che Lula produrrà una svolta nell’approccio del Brasile all’ambiente. E dunque anche nei negoziati in corso a Sharm El-Sheikh. Che oltre al “ritorno” del Brasile, nelle ultime ore hanno registrato altri due eventi positivi: la ripresa del dialogo sul clima tra Pechino e Washington e una incoraggiante dichiarazione finale dal G20 di Bali.

 

Di sicuro Lula ha dato la linea sul loss and damage, tema cruciale a Sharm: i Paesi vulnerabili agli eventi meteo estremi chiedono che i Paesi ricchi creino un fondo per rimediare a eventuali “perdite e danni” provocati dai cambiamenti climatici. “Un accordo sul loss and damage serve e con urgenza”, ha detto il presidente eletto. Infine, un attacco all’attuale struttura dell’Onu. “Le Nazioni unite riflettono il mondo com’era alla fine della Seconda guerra mondiale, con i vincitori che siedono nel Consiglio di sicurezza e decidono. Da allora il mondo è cambiato e occorre una nuova governance: se c’è una emergenza che sta lì a dimostrarlo è proprio quella climatica”.

Sorgente: Il ritorno di Lula, acclamato a Cop27: “La sicurezza climatica dipende dall’Amazzonia” – la Repubblica

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