
Chiesta un’ispezione ministeriale sull’incredibile vicenda dell’intercettazione dell’attivista di Askatasuna di Dana Lauriola. La Procura di Torino ha allegato la “conversazione” agli atti “utili all’inchiesta”
Un minuto e quattordici secondi di conversazioni, parole affettuose e ricambiati miagolii. Era il 7 agosto 2020, e Dana Lauriola, alle 16.38, strapazzava di coccole il suo gatto “Tigro” in camera da letto.
La conversazione tra la portavoce di Askatasuna e il suo micio, registrata da una intercettazione ambientale, finisce negli atti del maxi processo per associazione a delinquere ai leader del centro sociale di Torino.
“Dana Lauriola parla con il gatto“. A scriverlo è la Digos.
Lo scambio di coccole e parole dolci viene appuntato in un’annotazione di migliaia di pagine e centinaia di intercettazioni, e poi allegata dalla Procura agli atti dell’inchiesta come documentazione utile ai fini del processo.
Su facebook Dana Lauriola, originaria di Brusasco, nel chivassese, dove è cresciuta frequentando le scuole dell’obbligo e dove ha tanti amici, e torinese d’adozione dopo gli anni dell’Università, si è sfogata con un post. Raccogliendo decine e decine di like, condivisioni, solidarietà.
“Intercettazioni nella mia camera da letto – posta Dana -. La sintesi in fondo di questo audio ci restituisce la pericolosità del soggetto coinvolto. Se non facesse piangere, farebbe molto ridere. Cmq, scherzi a parte, una violazione così forte della propria intimità è un qualcosa che non dovrebbe essere permesso. Ma a Torino, si sa, tutto è possibile”.
L’intercettazione con il gatto: chiesta un’ispezione del guardasigilli
“L’intercettazione di un dialogo tra una indagata e il suo gatto, che viene inserita negli atti di un’inchiesta da parte della Procura di Torino, è una vicenda tragicomica che oltrepassa tutti i possibili confini della logica e del buonsenso“.
Il parlamentare Roberto Giachetti
Così in una nota Roberto Giachetti, deputato di Azione – Italia Viva – Renew Europe, sul caso che ha come protagonista Dana Lauriola, raccontato in un articolo a firma di Frank Cimini sul quotidiano Il Riformista lo scorso 7 novembre.
“La donna – ricorda Giachetti – che in passato aveva trascorso due anni in carcere per aver utilizzato un megafono durante una
manifestazione avvenuta in autostrada, è stata coinvolta nell’operazione Sovrano, condotta nei confronti del centro sociale Askatasuna, ed è stata intercettata dalla Digos di Torino nella sua stanza da letto mentre “conversava” con il suo gatto Tigro”.“L’intercettazione, della durata di un minuto e quattordici secondi, risulta allegata dalla Procura di Torino agli atti dell’inchiesta come documentazione utile ai fini del processo. Ho presentato su questa assurda vicenda un’interrogazione – conclude Giachetti – chiedendo al Ministro se non ritenga di procedere, nell’ambito delle sue competenze, ad attivare i propri poteri ispettivi in relazione alle eventuali irregolarità, anomalie e/o omissioni da parte degli uffici giudiziari della Procura di Torino“.
Chi è “l’attivista con il megafono”
Dana Lauriola è un volto noto nel mondo antagonista torinese.
Dana Lauriola, attivista No Tav
E’ stata condannata – pena già scontata – a due anni di carcere per aver preso parte, il 3 marzo 2012, ad una manifestazione durante la quale i no Tav occuparono l’area del casello autostradale di Avigliana.
I manifestanti, nell’occasione, consentirono agli automobilisti di superare le sbarre senza pagare il pedaggio.
Dana – si legge negli atti giudiziari – “ponendosi alla testa dei manifestanti, con l’utilizzo di un megafono intimava agli automobilisti di transitare ai caselli senza pagare il pedaggio indicando le ragioni della protesta”.
Alla portavoce del movimento, seppur incensurata e “dedita a un lavoro stabile e documentato – ricordano i No Tav -, è stata inizialmente negata ogni misura alternativa con la singolare motivazione della sua mancata presa di distanza dal Movimento No TAV e del fatto che il suo luogo di residenza era prossimo all’epicentro dell’opposizione alla linea ferroviaria Torino-Lione”.
Solo dopo oltre sette mesi di carcere, ha ottenuto la detenzione domiciliare a Torino, con possibilità di uscire dall’abitazione per recarsi al lavoro, ma con espresso divieto di “frequentare persone che le Forze dell’Ordine indichino come esponenti del centro sociale Askatasuna o del Movimento No Tav”.
La solidarietà a Dana dal mondo dello spettacolo
All’epoca furono tanti gli appelli arrivati per chiedere la scarcerazione della brusaschese, che nel suo paese d’origine ha gli affetti più cari ed ha lasciato tanti bei ricordi tra gli amici, i compagni di scuola, i coetanei.
Tra i più significativi quello dell’attore Elio Germano che ha diffuso un video appello a sostegno dell’attivista: “Dana è stata condannata a due anni solo per aver spiegato a un megafono le ragioni dei No Tav – dice Germano nel filmato (visibile sul canale YouTube Giornale La Voce, ndr) –. Non le sono mai state concesse le misure alternative al carcere perché vive in Val Susa e perché non si è mai dissociata dal movimento No Tav. Dopo sei mesi già in carcere, sarà il caso di liberarla, per un reato di opinione?”.
Anche altri artisti si sono schierati con la portavoce del Movimento, come Sabina Guzzanti, Rita Peluso, Erri De Luca, Zerocalcare e Giovanna Marini.
Quando il veterinario non poteva visitare Tigro
Non è la prima volta che Tigro, il gatto di Dana, finisce agli onori delle cronache. Durante il periodo in cui era agli arresti domiciliari, l’attivista No Tav denunciò il fatto che il veterinario non potesse venire a visitare il suo gatto, anziano e malato.
Lo fece con un post su facebook.
Una manifestazione di solidarietà a Tigro, quando l’attivista No Tav Dana Lauriola era agli arresti domiciliari
“Il Tribunale di sorveglianza boccia la mia richiesta di far entrare in casa il veterinario di Tigro (uno dei miei due gatti) – scriveva Dana Lauriola -. La richiesta è stata fatta perché il mio piccolo peloso non sta molto bene. Il magistrato (sempre lei) afferma che posso trovarmi un veterinario a Torino, e portarcelo (il veterinario ovviamente è valsusino e gentilmente sarebbe sceso in città per visitare il suo paziente)”.
“Ora che mi è ben chiaro – proseguiva –, alla luce degli ultimi mesi, quale sia stato l’accanimento a me riservato in quanto pericolosa No Tav, non riesco a concepire come tale atteggiamento possa venir applicato anche a un animale domestico. Un gatto, per di più anziano (15 anni), che quindi di reati contro l’ordine e la sicurezza difficilmente ne commetterà. Il veterinario di valle farà i dovuti passaggi di consegne con un nuovo veterinario, ma resta il fatto che per Tigro sarebbe stata l’opzione migliore continuare ad essere curato da chi conosce e nell’ultimo periodo ha avuto cura della sua malattia. Inoltre, chi lo ha incrociato, sa quanto sia stressante per Tigro indomito essere spostato, trasportato ecc…Vivo un forte senso di impotenza di fronte a queste ingiustizie, che si accumulano senza possibilità di ricorso”.
Alla fine della storia Tigro venne visitato da un veterinario di Torino perché il giudice di sorveglianza decise che da quello di fiducia, che ha lo studio in Val di Susa, Dana Lauriola non vi si poteva recare.
Infatti la militante No Tav non poteva allontanarsi dalla sua abitazione torinese se non per andare al lavoro e le era vietato lo spostamento in Val di Susa o incontrare attivisti del movimento che si oppone alla Torino-Lione.