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Milano: il 28enne, durante un’assenza della madre, ha colpito la piccola di 9 mesi con calci e pugni. Muratore, senza precedenti, è in carcere a Pavia per tentato omicidio aggravato

di Andrea Galli

Ha confessato il massacro della figlia della compagna, nove mesi di vita. Senz’altro aggiungere.

Semmai ripetendo che «non me lo so proprio spiegare, mi sono improvvisamente disconnesso dal mio cervello, non ragionavo, non ero io», e aggiungendo, in un agghiacciante tentativo di difesa, di aver comunque colpito, esclusivamente, con degli «schiaffi» e mai «in altro modo».

Un 28enne italiano, una lontana segnalazione per droga (legata al possesso d’una dose per uso personale), ha colpito con azioni ripetute, con calci e pugni, forse con oggetti contundenti, la bimba, che dormiva in culla e il cui indicibile quadro clinico riporta plurime fratture con ossa spezzate.

Del tardo pomeriggio di sabato il pestaggio, in una casa in provincia di Milano dove l’uomo, professione muratore, appassionato di sport violenti, velocità in macchina e giochi di guerra sulla playstation, abita da pochi mesi, ovvero dall’inizio della relazione con la compagna, assente per lavoro.

Quest’ultima ha chiamato più e più volte per sapere come stesse la figlia, ma il cellulare suonava a vuoto; preoccupata, ha invitato la madre ad approfondire, e l’anziana, raggiunto il vicino appartamento e visto il corpicino pieno di lividi, ha telefonato al 118, non ascoltando quel 28enne che raccontava di una casuale caduta dal seggiolone. In ospedale non sono serviti esami supplementari: i medici hanno avvisato i carabinieri.

Delle 19 di domenica un primo tentativo di estubazione dei medici per verificare le reazioni della piccola, trasferita a Bergamo, dagli specialisti del Papa Giovanni XXIII; per lunedì è annunciato un bollettino nella speranza che non abbia ricadute, pur annotando che «non si trova più in terapia intensiva e versa in condizioni stabili».

Al netto dell’esasperato riserbo della Procura di Pavia, le indagini proseguono mancando numerosi dettagli. Eccone alcuni, insieme alle risposte che ci sono state date.

Non risulta che il 28enne, originario dell’hinterland, «fosse in uno stato di alterazione causata da stupefacenti, alcolici, medicinali»; non risultano «precedenti aggressioni» alla bimba, e nemmeno alla donna nella quotidianità del rapporto; non risultano «problemi occupazioni ed economici» del picchiatore, in carcere a Pavia per tentato omicidio aggravato dalle 8.30 di domenica.

Dopodiché, siccome è legittimo ampliare al massimo ogni accertamento possibile, gli inquirenti non parlano — salvo novità che saranno rese dai dottori — di «antecedenti aggressioni» alla piccola, così come gli stessi inquirenti «tolgono» la compagna, ugualmente di nazionalità italiana, da ogni ipotesi di responsabilità o complicità: insomma, il trauma cranico o l’emorragia cerebrale o ancora la frantumazione dell’omero, sarebbero stati conseguenza del singolo episodio di sabato, un episodio per appunto privo di una storia pregressa.

Per quanto possano offrire un relativo e parziale contributo, i profili social del 28enne illustrano l’entusiasmo, quantomeno nei commenti da tastiera, per fatti di cronaca animati dall’aggressività, ma conviene ripetere che di recente e nel passato l’esistenza dell’uomo non sarebbe stata conflittuale.

Sorgente: Prende a calci e pugni la bambina della compagna: «Mi sono disconnesso dal cervello»

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