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ROMA – I Paesi della Ue non riescono (ancora) a trovare un accordo sul tetto al prezzo del gas, nel tentativo di abbassare le bollette dei cittadini e delle imprese. Ma, nonostante questo, il prezzo sui mercati finanziari continua a scendere: ieri la settimana si è conclusa con un nuovo calo delle quotazioni. L’indice Ttf, gestito dalla Borsa di Amsterdam e punto di riferimento per gli scambi in Europa, ha perso un ulteriore 11,1 per cento e ora quota 156,21 euro per megawattora. Bisogna tornare indietro fino ai primi di luglio per ritrovare gli stessi livelli di prezzo: dai massimi del 26 agosto a 344 euro, un calo che sfiora il 60 per cento.

 

 

Tutto ciò potrebbe essere una buona notizia per le bollette in tutta Europa, ma solo se la tendenza dovesse proseguire. Per comprendere se questo potrà concretizzarsi, bisogna prima analizzare più nel dettaglio per quali motivi il prezzo del gas continua a scendere.

Tetto al prezzo, la proposta fa scendere i prezzi

La prima ragione è politica: da fine agosto, la Commissione Ue ha cominciato a parlare di interventi per frenare la corsa dei prezzi. A partire dall’introduzione di un tetto al prezzo del gas. E si è fermato un fronte di almeno 15 paesi che sono tornati a rilanciare la proposta italiana di un limite agli acquisto per tutte le forniture e non solo a quelle in arrivo dalla Russia. Tra le varie ipotesi si è parlato di un prezzo – che almeno per quest’anno – potrebbe rimanere ancora elevato, ma comunque lontano dai record dell’estate scorsa. Una delle ipotesi più gettonate parlato proprio di un tetto attorno ai 150 euro, guarda caso la quotazione a cui si stanno allineando i prezzi negli ultimi giorni.

 

 

Gli stoccaggi europei sono pieni per oltre il 90 per cento

Ci sono poi ragioni commerciali. A fine agosto hanno cominciato a rallentare gli acquisti di gas da parte dei singoli Paesi Ue, destinati a riempire gli stoccaggi. Si tratta di ex giacimenti esausti che vengono utilizzati per creare “riserve” di gas solitamente usati per calmierare i prezzi o da utilizzare in caso di un inizio anno particolarmente freddo. Durante l’estate, molti Paesi sono stati disponibili a comprare gas a qualunque prezzo pur di raggiungere la quota minima di riempimento dell’80 per cento prevista da Bruxelles entro ottobre e del 90 entro fine anno.

L’operazione è andata oltre le previsioni, visto che a livello europeo si sfiora ormai mediamente il 92%. Ovviamente questo ha influito sulla corsa dei prezzi tra luglio e agosto; ma ora che gli acquisti proseguono – ma a ritmi molto ridotti – c’è stato un calo della domanda che viene registrato nei prezzi da parte degli investitori finanziari.

Imprese e cittadini cominciano a risparmiare gas

Terzo elemento sono i piani di risparmio, sia dei governo sia dei privati. La Ue ha chiesto ai singoli Paesi di organizzarli in modo da consumare almeno il 5% in meno di metano, da qui a marzo del 2023, raccomandando di arrivare al 10 per cento. Allo stesso modo, la previsione di bollette salatissime per i mesi invernali, ha spinto i cittadini e le imprese a prendere provvedimenti per risparmiare. Per prime le aziende energivore, quelle che usano grandi quantità di gas per le proprie produzione. C’è chi si è organizzato con nuovi turni, chi ha reso più efficienti le produzioni e chi, purtroppo, ha già dovuto fare ricorso alla cassa integrazione.

 

 

Allo stesso modo le famiglie stanno cercano a loro volta di risparmiare. Lo dimostra la corsa a montare su tetti e balconi i pannelli fotovoltaici o gli impianti di solare termico per l’acqua calda. Anche i lavori di efficentamento degli edifici e delle abitazioni grazie ai vari superbonus daranno sicuramente il loro contributo alla riduzione dei consumi. Comunque sia, vista dalla parte di produttori, grossisti e investitori il risultato è lo stesso: i piani di risparmio altro non sono che “distruzione di domanda”, il che porta inevitabilmente al raffreddamento dei prezzi.

Prezzi più bassi, l’Italia esporta gas

L’ultimo motivo che spiega la discesa dei prezzi è legata alle iniziative dell’Italia. Il premier Mario Draghi è stato il primo, a nome del governo, a proporre a livello Ue un tetto al prezzo delle forniture di gas. Ma non solo: sul mercato interno, il prezzo non si forma più guardando al Ttf olandese ma al Psv, il Punto di scambio virtuale tra i gli operatori gestito da Snam, la società che gestisce i gasdotti in arrivo dall’estero e la rete nazionale di distribuzione del gas.

Il fatto che in questo momento l’Italia abbia “ridondanza di gas”, come l’ha definita l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha portato il mercato italiano ad avere un prezzo del gas più basso rispetto al resto d’Europa che fa riferimento al Ttf. Detto in altro modo, i risparmi in corso, gli stoccaggi pieni, un inizio di autunno con temperature sopra la media, hanno creato un eccesso di offerta. Così, da due settimane a questa parte, qualche operatore italiano, sfruttando il differenziale di prezzo a favore dell’Italia sta vendendo quantitativi di gas all’estero. Ieri, per esempio, ne sono stati esportati circa 8 milioni di metri cubi.

Alla lunga, questo potrebbe diventare un problema, perché l’Italia non può permettersi di perdere gas quando arriveranno i primi freddi. Del resto, il mercato al momento dice che il prezzo medio è ora attorno ai 120 euro, mentre in Europa a quasi 160. Inevitabile che qualcuno abbia pensato di guadagnarci.

Sorgente: Perché il prezzo del gas continua a scendere, anche se la Ue non trova l’accordo sul tetto agli acquisti? – la Repubblica

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