0 3 minuti 2 anni

La scorsa settimana il New York Times ha pubblicato un articolo scioccante in cui affermava che la comunità dell’intelligence statunitense crede che il governo ucraino sia responsabile dell’attacco di agosto che ha ucciso Darya Dugina, la figlia di un importante filosofo russo.

Sicuramente la narrativa consolidata secondo cui l’Ucraina è un modello di democrazia occidentale forte dei nostri valori condivisi contro un aggressivo invasore russo è danneggiata dal rapporto che Kiev ha condotto un attacco in stile al-Qaeda contro un civile innocente all’interno della Russia. L’omicidio di Dugina era una definizione da manuale di terrorismo, che è “l’uso della violenza o la minaccia della violenza, specialmente contro i civili, nel perseguimento di obiettivi politici”.

Poco più di un mese dopo, gli oleodotti Nordstream sono stati fatti saltare in aria, ponendo fine, almeno nel breve termine, alla possibilità che la Germania possa trovare un modo per salvare la sua economia riparando le barriere con il suo principale fornitore di energia. Un importante politico polacco ha ringraziato gli Stati Uniti per aver svolto il lavoro.

Poi, nel fine settimana, il ponte che collega la Russia continentale alla Crimea è stato bombardato, uccidendo almeno sei civili e lasciando parte del ponte sott’acqua. Il traffico è stato ripristinato poche ore dopo l’attacco, ma il presidente russo Vladimir Putin ha attribuito la colpa ai servizi segreti ucraini. Sappiamo tutti che l’Ucraina fa affidamento sui suoi padroni statunitensi, quindi possiamo presumere che gli Stati Uniti abbiano fornito l’intelligence che consente di prendere di mira il ponte.

ponte Crimea

C’è uno schema qui. Sempre più sfacciati attacchi vengono lanciati contro la Russia e Washington sta facendo ben poco per nascondere le impronte digitali degli Stati Uniti. Come mai?

L’amministrazione Biden sembra avvicinarci alla guerra nucleare sull’Ucraina e lo stesso Biden sembra saperlo. La scorsa settimana ha detto, Putin “non scherza quando parla di potenziale uso di armi nucleari tattiche o armi biologiche o chimiche…” Per la “prima volta dalla crisi dei missili cubani, abbiamo una minaccia diretta dell’uso [delle armi nucleari ] se in effetti le cose continuano lungo la strada che stanno percorrendo”.

Sorgente: controinformazione.info | Ron Paul: È ora di dire a Biden che diciamo “No!” Alla guerra nucleare

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20