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Il calendario: il 13 ottobre si riuniranno per la prima volta le nuove Camere, assottigliate dal Rosatellum. A seguire prenderanno il via le consultazioni del Capo dello Stato. Ecco cosa accadrà e come

Cosa succederà da domani in avanti, a spoglio elettorale concluso? Tanto per cominciare, il timing per la formazione del nuovo governo ha di sicuro una data da cui poter cominciare a imbastire un calendario: quella del 13 ottobre, il giorno in cui si riuniranno per la prima volta le nuove Camere, assottigliate dal Rosatellum: 400 deputati e 206 senatori, compresi i sei a vita. L’articolo 61 della Costituzione prevede infatti che i due rami del Parlamento vengano convocati “non oltre il ventesimo giorno” dal voto.

 

 

La data di partenza

Il 13 ottobre sarà una data spartiacque perché i senatori e i deputati eletti, dopo aver dato vita ai gruppi parlamentari, dovranno scegliere, come primo atto, i nomi dei presidenti di Camera e Senato: un voto che di fatto indica una maggioranza e prelude a un accordo di massima sul governo. Una volta eletti i vertici del Parlamento, prenderanno il via le consultazioni del Capo dello Stato che chiamerà al Quirinale i capigruppo, i leader delle coalizioni, gli ex presidenti delle Camere e i presidenti emeriti della Repubblica per capire quali siano gli orientamenti prima di affidare l’incarico a formare il nuovo esecutivo.

L’incarico e la lista dei ministri

Qui, solitamente, entra in gioco il responso che uscirà dalle urne. Se l’esito è chiaro come in questo caso, l’incarico sarà pieno, il o la prescelto/a si presenterà dopo pochi giorni con una lista di ministri. Una volta che chi è stato incaricato avrà concordato la lista dei ministri con il Colle, il governo potrà giurare al Quirinale e a quel punto si riterrà formalmente insediato. Poi, però, entro 10 giorni, dovrà chiedere e ottenere la fiducia dai due rami del Parlamento. Solo a questo punto, l’Esecutivo sarà nel pieno dei propri poteri.

Qualora l’esito del voto non fosse stato chiaro le strade percorribili sarebbero state due. La prima quella di un incarico “con riserva” a una figura che avrebbe svolto a sua volta delle consultazioni. Fu il tentativo non riuscito dall’economista Carlo Cottarelli nel 2018. In alternativa il Capo dello Stato avrebbe potuto affidare un “incarico esplorativo” a una personalità terza. Come accadde sempre nel 2018 con gli ‘esploratori’ presidenti di Senato e Camera, prima Elisabetta Casellati poi Roberto Fico.

I tempi di formazione del governo

Ovviamente i tempi di formazione del governo dipendono proprio dal quadro politico che emergerà dalle urne. Secondo osservatori istituzionali, dal 1946 al 2016, se consideriamo i tempi necessari alla formazione dei soli esecutivi nati dopo le elezioni, il tempo medio è di 67 giorni. Mentre se si considerano anche quelli infra-elettorali il tempo medio scende a circa 32 giorni. Nella scorsa legislatura, a fronte di elezioni tenute il 4 marzo 2018, il governo gialloverde, il Conte 1, si insediò solo l’1 giugno. Viceversa nel 2001, quando il 13 maggio si affermò in modo chiaro un centrodestra unito, già l’11 giugno, quindi dopo meno di un mese, il governo Berlusconi giurava al Quirinale.

A influenzare il timing per la formazione del nuovo esecutivo saranno anche fattori esterni come l’emergenza internazionale e la crisi energetica incombente.

 

 

Sorgente: Nuovo governo: la premier sarà Meloni? – la Repubblica

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